"Io anelo alla mia terra, nella cui polvere si sono consunte le membra e le ossa dei miei. Ricordo la Sicilia, e il ricordo viene dal dolore che mi travaglia. Ma se fui bandito da un paradiso come posso io darne informazioni"

lunedì 28 dicembre 2009

E beh, che dirvi, buone Feste, oramai

E si, sono già passati tre giorni (o sono quattro) dal Natale, ma solo adesso trovo il tempo per scrivere i miei auguri.
Non è stata la difficoltà nel passare dai centimetri di neve ovunque, sulle strade, ai metri di lurido pattume ovunque sotto casa mia o in corrispondenza ad ogni possibile cassonetto.
Del resto aspettarsi una nevicata a Palermo equivale a fare un voto a Santa Rosalia, e quindi, in mancanza di altro un'amministrazione un minimo avveduta e con il senso degli affari avrebbe potuto costruire una pista di immani proporzioni, con impianti di risalita forse, proprio sotto Palazzo delle Aquile, per consentire a tutti i palermitani di sbizzarrirsi su tavole da sci e snow board, emulando le gesta dei cugini milanesi in Parco Sempione.
Ed invece il solo divertimento consentito consiste nello scivolare tra rivoli umidicci, magari a bordo di uno scooter, con la certezza di un atterraggio quanto meno morbido, a meno di lavatrici o frigoriferi casualmente scaricati proprio li nella catasta.
Ma per fortuna ti abitui velocemente a tutto quanto e la munnizza diventa parte del corredo urbano abituale. Del resto mi è bastato scendere giù dalla scaletta dell'aereo per buttare in borsa sciarpe, guanti e coppole varie, e godermi i 20°C con cui la città ha accolto i suoi emigranti.
Una consolazione accettabile, nonostante le scorte di abbigliamento leggero un pò sottostimate,
soprattutto per la mia cervicale che in due mesi si è caricata di cosi tanta umidità da riempire almeno un cato.
Dovevo proprio scapparmene da quei posti li, però in questi giorni. Non saprei proprio che farmene di un Natale in Brianza, con quel panorama da racconto di Dickens, perchè per noi è proprio un'altra roba.
Le mangiate pantagrueliche sono un pò dovunque, ma vuoi contare sulla fortuna che ci voglia nel riunire famiglie sparse un pò ovunque, che se vuoi tenerne il conto ti devi prendere una cartina, italiana se ti basta, e appuntare li, con quegli spilli da scuola media, per ogni avamposto familiare.
E poi, non sanno mica cosa significa dar fondo alle proprie finanze per rilanciare a bacarà, per comprare il lattante o per non farti fregare dal morto, a cucù, senza i quali per te il Natale non si potrà dire degno di questo nome.
Per cui auguri a tutti voi, godetevi queste giornate organizzate i capodanni più caciaroni che potete, senza svenarvi troppo, senza caricare troppo le vostre aspettative, chè ormai dovreste saperlo che è la sera più inutile dell'anno. Poi quello che conterà non sarà tanto cosa avrete fatto, ma l'ora in cui racconterete di essere andati a letto, e poco importa se avrete passato le ultime ore nell'androne del vostro palazzo a sorseggiare una birra da solo. Anni e anni di libertinismo questo regalo ce l'hanno fatto.
Comunque sia staremo per brindare insieme per tutto ciò che abbiamo avuto, tutto ciò che avremo ed a tutto ciò che non avremo mai.
Auguri a tutti voi, ovunque voi siate.

martedì 22 dicembre 2009

Ma chi se le compra

Stefania Petyx racconta quello che succede dei beni confiscati e messi in vendita.
Maroni la stia a sentire.

Giorni nevosi

Ho penato per riuscire a spostare la macchina dal garage. Avevo già cominciato a spalare ieri sera, sperando che altra neve non si sarebbe accumulata.
Ed invece altri dieci centimetri. E' stata una lenta riconquista della libertà, di una strada almeno un pò più transitata. Mi sono impantanato un paio di volte, con le ruote che graffiavano sulla neve senza riuscire ad avere presa. Leo intanto si divertiva a giocare con tutto quello che spalando mettevo da parte.
Raggiunta la prima via accessibile pensavo di poter guidare con più tranquillità, ed invece le strade non erano nemmeno state spazzate dal comune, e l'unica via accessibile era sui solchi lasciati dalle automobili già passate.
Davvero, l'unica cosa che dovrebbero fare, questi piccoli comuni, è consentire la circolazione quando si verificano eventi di questo tipo, tralaltro attesi da giorni. Ed invece no, si dimostrano totalmente assenti. Chissà poi quali saranno le altre loro occupazioni visto che per il resto non mi sembra che ci sia granchè da fare.
Adesso sono arrivato in ufficio, totalmente disabitato. Ho aperto io il varco stavolta, e gli altri, probabilmente più furbi, sono rimasti a casa. Forse qualcuno, arriverà.
Ieri un collega si chiedeva per quale diamine di motivo certi animali si abituino a vivere in ambienti difficili, abituandosi a sopportare condizioni estreme per ogni altra forma di vita.
Beh, basta chiedersi come facciano da queste parti (e forse tra un pò anche io) a sopportare la vita in un luogo in cui la temperatura media oscilla dai -10 °C invernali ai 40 insopportabili gradi estivi per avere una risposta quanto meno semplice.

lunedì 21 dicembre 2009

Un progetto

La costanza per scrivere qui non è quella dei tempi migliori, devo ammetterlo. Come al solito l'intensità delle settimane si dimostra inversamente proporzionale al numero di post che riesco a scrivere.
Ad aumentare la normale dose di impegni, si è aggiunto in queste settimane, un obiettivo nato da un'idea un pò presuntuosa e forse un pò folle.
Di fatto, per farla breve, ci siam ritrovati tra palermitani a pensare che davvero molto dell'impegno che aveva riempito le nostre giornate fin quando eravamo giù in Sicilia non potesse essere disperso. Uno spreco di energie che, a dispetto dell'inutile e contagiosa frenesia dei milanesi, non poteva esaurirsi cosi facilmente.
Avevamo pensato per di più, che creare un appoggio qui, complementare a quello che giù si cerca di fare in termini di affermazione dei principi di legalità, potesse avere un'importante valenza.
Era un chiodo che lentamente perforava i miei pensieri da tempo, che avevo cercato di mettere da parte molto maldestramente in questi anni, giusto per far rimarginare certe ferite, ma che comunque non si era mai tradotto in un pur timido tentativo. Occorreva un appoggio che è arrivato, con una concomitanza di avvenimenti che ha gettato qualche base in più su cui costruire questo percorso.
Si tratta di una fase puramente embrionale, di condivisione delle idee e degli obiettivi che possano essere fattibili per il lavoro in una realtà che conosciamo davvero poco. Al nostro fianco hanno abbracciato la causa fin da subito alcune associazioni locali, che da tempo si confrontano su argomenti simili, e che potrebbero aprire a noi gli occhi su quanto possa essere complicato agire da queste parti. E' questo infatti il primo scoglio che dovremo provare a superare, partendo da alcune banali considerazioni.
Non potremo, in primo luogo, limitarci nella semplice riproposizione di quanto fatto dalle altre associazioni, che numerose, provano a parlare degli stessi temi. Dovremo parlare un linguaggio diverso e parlare a target totalmente diversi.
Giocherà in questo la nostra capacità nel costruire meccanismi creativi capaci di spezzare l'indifferenza che sembra caratterizzare (sto generalizzando, certo) una realtà sociale che sembra muoversi nell'unica direzione della difesa del proprio, personale, interesse. Una realtà che difficilmente si lascia coinvolgere su temi che sente non debbano appartenergli. Di fatto un quadro sociale in cui la Lega domina pienamente la scena, con le risposte che grossolanamente offre alle priorità imposte dalla pancia dei suoi elettori.
La fattibilità della proposta che vorremo attuare si giocherà sulla capacità di entrare in contatto con le fasce della popolazione che ignorano questi problemi e sulla forza del messaggio per creare quell'empatia che, su ogni tema, è alla base di una valida sensibilizzazione. Per quanto possa suonare come una provocazione non ci si aspetta il confronto con chi già conosce questi temi (e dai quali ci si aspetta un appoggio più fattivo, a questo punto), ma quello con chi finora si è escluso da questo dibattito relegandolo agli argomenti di sottofondo di un cianciare che non interessa.
Sarà questa la base che dovremo cominciare a costruire e che potrà servire in seguito alla creazione di obiettivi lentamente più ambiziosi che perora albergano soltanto tra i nostri pensieri più positivi.
p.s. Per i milanesi, siamo aperti alla vostra collaborazione. Se ci credete un pò anche voi.

domenica 13 dicembre 2009

Momenti di gloria



E pensare che dovevo essere li oggi.
L'influenza però ha vinto.

Cosa siamo diventati?

Leggo su facebook che qualcuno dei miei contatti ha esultato per ciò che è avvenuto oggi, ed è subito corsa a diventare fan di quest'idiota.Ripeto quello che ho scritto li.
Non esiste modo più semplice per glorificare un uomo che farlo passare per una vittima, e la violenza, davvero non può che avvelenare gli animi e peggiorare la situazione. Da domani il popolo del B-day diventerà un popolo di violenti facinorosi, e se quell'uomo li non viene isolato nella sua totale stupidità non potremmo neanche permetterci di ribattere. A quel punto avranno ottenuto la loro vittoria più profonda, perchè ci avranno resi peggiori di quanto non pensavamo di essere, ci avranno resi fascisti della peggior specie.
Ci dicevamo di sinistra, avevamo ancora appesi in camera i poster di Martin Luther King, parlavamo di Gandhi e ammiravamo Danilo Dolci, e ci siam trovati ad esultare per il trionfo della violenza sulla lucidità.

OmiNicchi

Lo scorso sabato, quando la notizia dell'arresto di Nicchi è arrivata velocemente al telefono di Silvia, ero in macchina direzione Franciacorta.
Si andava a degustare vini, un modo come un altro per riempire le giornate di buon vivere, quando in realtà la testa è già altrove.
Rincorrevamo le frequenze radiofoniche alla ricerca di qualche notizia, ed intanto sentivamo al telefono l'entusiasmo dei ragazzi corsi velocemente sotto la questura, ancora una volta, come sempre.


Ci dicevano che era stato arrestato, dalle dichiarazioni rilasciate, grazie alla collaborazione dei servizi segreti. Era semplice, in quel momento farsi prendere dalla dietrologia, ripensare a ciò che in quei giorni era successo, alle dichiarazioni di Graviano e a quelle seguenti del nostro presidente del Consiglio. Mi era preso una sorta di scoramento che mi faceva chiedere contro cosa stessimo
combattendo, se davvero era cosi semplice arrestare con una precisione svizzera un latitante, anzi no, due, nello stesso giorno.
Sono illazioni certo, e tali restano, ma che hanno smorzato la gioia di quel momento.
Di Nicchi avevo letto tanto, delle sue iniziazioni e delle sue fughe in America, del suo apprendistato e della sua scalata ai vertici della mafia Palermitana.
Giovanni Nicchi ha pressochè la mia età, ed una volta, sfogliando le pagine di "S" scoprii che la sua residenza era nella stessa via in cui ho abitato per ventisette anni. Ho cercato di ricordare se l'avessi mai conosciuto, se da piccoli avessimo mai giocato insieme a pallone in uno qualunque degli spazi ritagliati tra un negozio, una serranda abbassata ed una porta improvvisata. Eravamo in tanti, organizzavamo persino tornei tra isolati vicini. C'era di tutto, scoprii in seguito. Chi adesso fa il carabiniere, chi adesso è ufficiale dell'aeronautica, chi era figlio di mafiosi con il padre in carcere e qualche familiare scomparso con una lupara bianca che in quegli anni raccoglieva a grappoli le sue vittime. Un universo racchiuso in poche centinaia di metri, un incrocio di destini, una strana storia, che da li a pochi anni si sarebbero allontanate indissolubilmente.
Beh, io non lo ricordavo, se anche ci fosse mai stato. Probabilmente arrivò li solo in seguito, e soltanto poco prima di diventare un latitante, per cui non vide mai quel panificio, quell'edicola, quegli angoli non gli appartennero mai.
Quel che ne sarà della malavita palermitana adesso rimane un dubbio, il vuoto di potere ha aperto una voragine in cui tanti ominicchi cercheranno di inserirsi, ed in questo scenario tanti prefigurano una nuova guerra di mafia. Sarebbe il momento per prendere a morsi la testa della piovra e sbatterla sopra una roccia, ma ciò che racconta la cronaca induce ad altre considerazioni.
Maroni parla di sconfitta definitiva alla mafia, ma intanto Graviano e Spatuzza sembra vogliano ricordare antiche promesse con le loro dichiarazioni, i soldi grazie allo scudo fiscale tornano in Italia, si vogliono mettere in vendita i beni confiscati e si propone il processo breve anche per i reati di Mafia.
Davvero, quella dietrologia che come semplici operazioni logiche veniva indotta nella mia mente, è pericolosamente ancora strisciante tra i miei pensieri.
Ma la dietrologia è pericolosa, deve restare rinchiusa tra i pensieri personali, quando di prove non ce ne sono. Perchè semplicemente trova terreno fertile nel cospirazionismo che tanti sembrano cercare, e soprattutto può piegarsi velocemente agli interessi personali. Come a quelli di Gioacchino Genchi, forse troppo interessato ad entrare nelle grazie di certi partiti, e di certi elettori, da dimenticare il rispetto per chi è andato a gridare sotto la procura e per i suoi stessi colleghi che con ardore esultavano per quell'arresto, che di certo non è servito ad oscurare un B-day qualsiasi. Se davvero fosse cosi semplice, vediamo di organizzarne un altro la prossima settimana, visto che ancora c'è Messina Denaro in giro. Questa volta ci sarei anch'io.
p.s. Perdete dieci minuti nella lettura dei commenti a questo post.


mercoledì 9 dicembre 2009


Tediosi baci, inserito originariamente da MauViator.

Solo un modo per tornare presente, dopo due settimane li fuori.
Recuperando le letture perse di questi giorni, di B-day ed arresti, di casini vari, mi vien voglia di ricominciare dalle immagini che sto mettendo in ordine già da stasera.
Come questa della meravigliosa modella che mi sono divertito a fotografare ai workshop di cui ho già parlato.
Lontano anni luce da ogni zavorra.

domenica 6 dicembre 2009

Giudizi sospesi

L'arresto di ieri lo si attendeva da tempo. Epperò, io non so ancora se sono più felice nel vedere Nicchi in carcere, o inquieto per le strane coincidenze, e per la modalità con cui è avvenuto.

mercoledì 2 dicembre 2009

Ricorsi

"E' nato con qualche millennio di ritardo, voleva fare l'imperatore romano". N.Trifuoggi.

"Bruto, Bruto, dove sei?"

p.s. for dummies: oh, non è che adesso mi prendete per un pericolo sovversivo?

martedì 1 dicembre 2009

Torpore inesistente

C'è stato un tempo in cui guardavamo Catania con incredulo stupore nel vedere un tale pullulare di talenti, un fermento artistico che ha fatto storia, seguito da eventi anch'essi epocali come un lontano concerto dei Radiohead e dei Rem in un clamoroso Cibali, con echi che neanche un Ezio Luzzi potrebbe emulare. Noi eravamo li a pianificare fughe nella piana, mentre dalle nostre parti il silenzio sovrastava tutto.
Erano i tempi in cui nella Bellissima ancora si vagheggiava di un riccioluto Christian da Boccadifalco, e una stantia Francesca Alotta vinceva il festival di Sanremo.
Adesso l'aria sembra essere cambiata, il sacro fuoco si è estinto, spostandosi verso la costa occidentale.
Parecchie band cominciano a farsi conoscere oltre i confini isolani, raccogliendo non poche soddisfazioni.
Non sarebbe male un giorno riuscire a comprendere il motivo per cui, di tanto in tanto, si formano clan capaci di creare intorno a se aloni immaginifici per ogni appassionato di musica. Penso alla Genova di Lauzi, Paoli, De Andrè negli anni sessanta, alla Bologna di Dalla, Finardi, Guccini nei settanta e poi ancora a Roma con De Gregori, Venditti, e mi chiedo quale sia il motivo per cui ci sia una tale concentrazione di creatività in quei periodi, quali siano le radici storiche e culturali, se mai esistono, capaci di creare il terreno per queste esplosioni.
Anche se un pò prematuramente per quanto riguarda Palermo, qualche risposta me la do.
E quindi forse capisco un pò di più, da contemporaneo e concittadino, cosa sia stata la città negli anni dell'adolescenza per questi gruppi emergenti. Comprendo gruppi che vi invito a scoprire, i cui musicisti mi mischiano in maniera assolutamente vitale. Gli Akkura, assoluti prediletti del titolare di questo blog, con il loro folk ed il nuovo album prodotto in Brasile, negli studi di Caetano Veloso, i The Second Grace dalle sonorità anglosassoni, in rotation parecchio sulle tv musicali un paio di anni fa, ed i Pan del Diavolo, dalle sonorità assolutamente particolari, muniti come sono di grancassa e sonagli.
Ed infine i Waines, che dopo aver girato per l'Europa, tornati a casa e con l'aiuto delle sapienti mani del neo regista ed ormai affermato attore Corrado Fortuna, hanno sfornato un gioiellino capace di vincere il premio come Miglior Videoclip Indipendente assegnato dal Mei.



Un pò forte?
Tira una gran bell'aria, da quelle parti.

domenica 29 novembre 2009

Gli spazi pieni

Il week end mi restituisce ad una dimensione più completa di me stesso. Non ci sono più bit, modbus, DCS a riempire le mie giornate, non ci sono letture tremendamente interessanti sul mio feed reader, ma contatti, discussioni, vita vera, da respirare a pieni polmoni. Tra amici che vanno e che vengono, tra amori che fuggono per poi ritornare, negli ultimi fine settimana mi sono trovato molto raramente da solo, tra le mie banalità. Ho riempito quelle giornate nel desiderio di non pensare soltanto a colmare i miei vuoti, ma di riempirli nella condivisione degli spazi e delle scelte.
Una dimensione che non sono più abituato a rispettare, che recupero volentieri.
Anche questi ultimi giorni, pur senza ospiti, sono stati da ristoro. Mi sono riposato ben poco, sono scappato dal lavoro venerdi velocemente per raggiungere una manifestazione, a cui tenevo particolarmente.
Una tre giorni dedicata alla fotografia, organizzata dalla Canon all'interno del Centro Forma, dalla quale sto ricevendo talmente tanti input da non aver bisogno di altro almeno per un pò. Seminari di approfondimento per tecniche fotografiche, workshop con modelle magnifiche, possibilità di utilizzare strumenti che difficilmente riuscirò a comprare, incontri con tanti dilettanti come me con i quali organizzare uscite cui mi stanno restituendo la consapevolezza che la Ferrari che da un pò mi porto in borsa è poco più che un'universo del quale conosco ancora che un misero spicchio.
E poi, l'incontro con un maestro assoluto come Ferdinando Scianna è stata un assoluto godimento, tra immagini meravigliose ed un monologo di grande ironia ed immenso spessore.

Eventi come questi mi fanno godere la vita in questa città. Infatti adesso ritorno li.

giovedì 26 novembre 2009

W di Wired

Ho finito di leggere il vecchio numero di Wired, e posso dirmi davvero soddisfatto di quest'abbonamento fatto un pò alla cieca qualche mese fa.
Un tale carico di ottimismo, di storie di carica rivoluzionaria di innovazione, che vien voglia di chiedersi cosa diamine si stia facendo qui fermi a leggere.
Se vi capita, recuperate il numero.
E' davvero assurdo, per dire, che nessuno parli della storia di Lorenzo Thione, del suo Bing, e dell'immensa acquisizione della sua opera per 100 milioni di euro da parte di Microsoft.

mercoledì 25 novembre 2009

Clichè

L'idea che Internet offra occasioni di dialogo anche tra posizioni opposte, permetta di maturare un opinione più completa su un argomento attraverso il dibattito, soffre di un peccato di presunzione.
La presunzione, o forse l'utopia, che chiunque si muova in questo mare abbia il desiderio di accettare il confronto.
Sempre più spesso vedo invece gente chiudersi a guscio sulle proprie certezze piuttosto che porsi all'ascolto di chi argomenta un'opinione distante dalla propria, vedo gente attaccare in maniera violenta, o abbandonare la discussione, quando essa tende a smuovere la terra sotto i propri piedi.
Questo perchè ascoltare gli altri è un esercizio che si impara fin da piccoli, e richiede una maturità ed una compostezza che non siamo abituati ad esercitare, e la rete non fa altro che amplificare questi nostri difetti.
Si tratta di una generalizzazione certo, ma se nelle nostre giornate tendiamo a circondarci di persone che la pensano come noi, che hanno magari la nostra stessa formazione, vivono nella nostra stessa realtà, che hanno idee simili alle nostre, siamo tentati nel riportare questo criterio all'interno dei social network, dei blog che frequentiamo. Vogliamo sempre più spesso una conferma in ciò che pensiamo, vogliamo sentirci dire di essere nel giusto, e sotto questo punto di vista la Rete offre tutte le possibili gamme di opportunità. Che tu sia Berlusconiano, AntiBerlusconiano, TeoCon, complottista, troverai sempre chi ti dirà di essere nel giusto.
Cosi, quando anche casualmente, qualcuno propone un argomento lontano dai nostri standard, perdiamo interesse o se decidiamo di affrontarlo siamo più portati allo scontro più che al dialogo.
Internet non fa che riproporre i modi che si ripropongono all'esterno e per questo, quando si parla di blogosfera molle, si dovrebbe piuttosto parlare di mollezza dei naviganti, e di un intera nazione troppo chiusa nelle proprie convinzioni per metterle in gioco.
Forse è perfino esagerato parlare di nazione, quando ancora soltanto il 10% della popolazione utilizza Internet per informarsi in maniera costruttiva, mentre ancora tutto il resto continua ad usarla per spedire mail, chattare o a vivere qualche social network soltanto come uno svago, senza ancora comprenderne a pieno le potenzialità.
Per cui, probabilmente, la situazione è perfino peggiore se perfino chi ne ha percepito le capacità ne fa un uso cosi sbandato. Quando ancora ci sarebbe da alfabetizzare un'intera nazione su questi temi.

giovedì 19 novembre 2009

Si fermassero un pò

Dove metto la testa il più delle volte non so, si sposta più delle volte in luoghi lontani da dove dovrebbe stare. E cosi mi capita di dimenticare impegni, tant'è che oramai per quelli ho preso ad appuntarmi tutto un pò dovunque, usando l'agenda come mai avrei pensato prima.
Mi capita, per dire, di accorgermi che le mie scarpe da tennis non si trovano dove dovrebbero essere, dove di solito le poggio al ritorno dalla palestra. Cerco sotto il letto, dietro ogni mobile, ma nulla.
Non potevano che essere li, dimenticate sotto la panca dello spogliatoio subito dopo la doccia.
Non avevo quasi la faccia tosta per chiedere alle ragazze del front office se, magari, qualcuno si fosse preso la briga di metterle da parte, dopo averle trovate. Del resto, non meritano di essere rubate, sdrucite, o come dice una mia amica, talmente brutte che era forse un vantaggio per me averle perse.
Dopo aver suscitato l'ilarità dei presenti, naturalmente nel momento di punta per gli ingressi, una breve ricerca le ha riportate a me, un sacco di plastica, come un relitto, come una valigia lasciata sul binario.
(loro, in Puglia...)

mercoledì 18 novembre 2009

Accatastando per l'inverno

Non ho fatto in tempo a poggiare l'ultimo libro, con non poco dispiacere, dopo più di un anno in cui l'ho lasciato poggiato con sufficienza sul comodino, che già li se ne accatastano dei nuovi.
Non riesco a resistere all'impulso quando entro in libreria, o quando qualcuno mi consiglia una nuova lettura.
Ho cominciato adesso "Considera l'aragosta" di David Foster Wallace ed è troppo presto per lasciarmi andare a giudizi, anche se tutte quelle note a piè di pagina qualcosa suggerisce.
In stand by c'è un altro libro della collana VerdeNero, di cui ho parlato già l'anno scorso, il saggio di Guido Viale sul lavoro e la crisi ed infine un libro che per fortuna si lascia poggiare tranquillamente, che prendo di tanto in tanto in mano quando decido di passeggiare per Milano, regalandomi qualche modo per apprezzare questa città in cui, cosi, per caso, mi trovo a vivere.

Quindi riepilogando:
- Considera L'Aragosta di D.F. Wallace;
- Prove per un mondo diverso di Guido Viale;
- Sequenze di memoria, di Loriano Macchiavelli;
- 101 cose da fare a Milano, di Micol Arianna Beltramini, che oltrettutto ha un blog che non è per niente male.

C'è chi va a legna per l'inverno, io vado a libri.

martedì 17 novembre 2009

A Calatafimi, altri Mille

Quando oggi ho scritto quel post in realtà ho sbagliato. Non avrei dovuto godere soltanto per l'arresto e per i ragazzi che erano dinnanzi ai portoni della questura ad esultare per l'arresto di ieri pomeriggio, ma avrei dovuto prima di tutto esaltare ciò che è avvenuto a Calatafimi al momento della cattura del boss.
Per chi non ha avuto modo di conoscere la realtà dei piccoli centri dell'entroterra Siciliano, dovrebbe correre a leggere almeno uno dei libri di Leonardo Sciascia, per comprendere il sottosuolo da cui si è partiti per arrivare ad un momento come questo. Vedere scendere in piazza un intero paese, in una mobilitazione spontanea, per applaudire il lavoro dei Ros, per dare del bastardo ad un boss capace di sciogliere nell'acido un bambino, per manifestare la propria gioia nell'arresto di un latitante tra i più importanti in circolazione, è un segno che il terreno intorno a questa gente si sta bruciando sempre di più, costringendoli ad una vita sempre più insignificante in tuguri poco dignitosi.
Un giornalista napoletano, Arnaldo Capezzuto, minacciato più di una volta dalla camorra ebbe modo di dire una volta che a Napoli, come a Palermo, c'è sempre un grande casino fuori dalla caserma dei Carabinieri ogni volta che si arresta un superlatitante, con la differenza che a Palermo fuori ci sono i ragazzi di Addiopizzo, la cosiddetta società civile, mentre a Napoli vi sono le donne di camorra, soltanto per minacciare forze dell’ordine e giornalisti.
Una differenza sostanziale direi, che fa poco rumore.
E pensare che c'è perfino chi ha avuto modo di criticare quel genere di esultanza cosi vicina ai modi da stadio, di trovare il modo di criticare le forze dell'ordine anche in questa occasione.
Beh, se fossi stato li, sarei corso anch'io ad esultare li con loro, con maggiori giustificazioni che per una vittoria del Palermo o della mia Nazionale.

P.s. 1)Che tristezza vedere i maggiori blog del paese, i top blog, dimenticarsi di questa storia, per poi incapponirsi su storie minime.
2) Al minuto 5' di Studio Aperto delle 18:30 (eh?), l'intervista a Silvia per AddioPizzo.

lunedì 16 novembre 2009

Un applauso alla Catturandi

Un altro passo in avanti. Che val bene una festa, perchè questi uomini meritano di essere osannati.

martedì 10 novembre 2009

Ad Cazzum

Ancora assonnato preparo la caffettiera, sistemo i biscotti sul tavolo, verso un pò di latte nel bicchiere e attendo che il caffè cominci a sbuffare.
Nell'attesa, già stanco per la giornata che sta per cominciare, sventaglio tra i canali alla ricerca della prima dose di notizie giornaliere. Fino a qualche tempo fa preferivo le chiaccherate di Mineo su Raitre, ma dai nuovi diktat li a quell'ora c'è posto soltanto per la cronaca regionale.
Ripiego, spinto dai desideri del mio coinquilino, reale dominatore di quel televisore cosi strategico, verso il tg della mattina di Canale 5.
E' la mattina del 10 Novembre, le prime notizie celebrano il ricordo della caduta del muro di Berlino. Allestimenti scenografici in pompa magna, un immenso domino, e la solita sfilza di governanti sorridenti come di solito accade in queste rimpatriate che di tanto in tanto si organizzano.
La giornalista sposta chiaramente l'attenzione sul nostro premier, ed è li che la luce della mattina assume un colore diverso.
Io capisco che sia una vera noia rispondere continuamente alle domande di giornalisti petulanti, che in ogni tua uscita pubblica tendono a circondarti, con te confuso e accaldato a cercare di mettere in fila una risposta decente quando davvero non sai cosa dire.
Per questo quando ti chiedono dell'importanza della caduta del Muro tu rispondi dicendo l'unica cosa che hai capito. Che si è trattato di un evento epocale, da cui ha preso forma un mondo diverso da quello fino a quel momento conosciuto, che ha aperto frontiere finora inesplorate per il capitalismo.
E poi, giusto per aggiungere alla frase un ulteriore puntello, hai voluto fare un esempio, ravanando tra quelli che meglio ti sembrano rappresentare la novità di questi anni. Internet e la Globalizzazione. E cosi ti sei inventato una frase fenomenale.
"La globalizzazione del mondo e internet non sarebbero potuti accadere con una Germania ancora separata dal resto dell'Europa e dalla libertà."
Resta ancora da chiarire come il muro possa essere collegato ad un'idea nata nel 1962, soltanto pochi mesi dopo l'edificazione del Muro (1961), e maturata negli Stati Uniti nel corso degli ultimi quarant'anni, come la distruzione di un muro che divideva una città in due parti possa aver contribuito allo sviluppo della tecnologia che sta alla base dei protocolli di rete.
Ma si sa, le parole sono fatte per essere messe li a caso. Giusto per metterle una dopo l'altra, senza cercare di darne un senso.

giovedì 5 novembre 2009

E' nata AddioPizzo Travel

Sembra un momento di estremo fermento all'interno di AddioPizzo.
Oggi, per dire, è nata AddioPizzo Travel, dall'idea di tre ragazzi del comitato, Dario, Francesca ed Edo.
Chi deciderà di visitare Palermo da oggi in poi potrà contare sul loro supporto, potrà visitare i luoghi della cultura e della storia recente della città, della mafia e dell'antimafia, scegliendo di non mandare neanche un'euro nelle casse mafiose.
Un'idea imprenditoriale, semplice ma geniale, che va premiata. Fatelo.

P.s. Vi segnalo, per approfondire, l'articolo sul Corriere e sul Guardian.

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