Ciò che può soltanto la nazionale è riuscito a Berlusconi, e forse dovremmo trovare il modo per ringraziarlo, una buona volta.
Catalizzatore dei cattivi pensieri del quaranta per cento degli Italiani, che ieri sera sembra abbiano trovato la propria valvola di sfiato, a guardare i commenti che si leggono in giro.
Cogliendo l'invito dei ragazzi di Ponteranica, sono andato a vedere la trasmissione in un piccolo locale del paese. Arrivato abbastanza presto, cosi da poter mangiare un boccone almeno prima della trasmissione, ho trovato la sala, di per se abbastanza grande, con qualche posto occupato da clienti intenti nella lettura di quotidiani e riviste, o in partite a dama. In poche decine di minuti, ogni panca era invece occupata, il bancone circondato da avventori, e ogni tentativo di movimento richiedeva una lunga sequela di permessi e compermessi.
Quelli che erano i racconti degli anni '60 con i bar affollati di gente a guardare il Rischiatutto, o Canzonissima, si stavano letteralmente manifestando davanti i miei occhi. Qualcosa di totalmente diverso dell'ambiente, ben più popolare, di una partita del pallone al bar. Quello
che viene descritto come evento innovativo è stato piuttosto, per i miei occhi, un salto in un passato che non ho vissuto.
Un'atmosfera complice come non si stesse per guardare la solita trasmissione che magari ogni giovedì sera attraversavamo con uno zapping, o ci mettevamo a criticare da un divano. Come se quasi ci si aspettasse una catarsi, in quella serata in cui tanti volti, censurati o osannati dagli antiberlusconiani, avrebbero trovato voce.
Poi la serata è stata ciò che si aspettava, con i contenuti che conosciamo e che magari non condividiamo del tutto, ma con punte più o meno notevoli negli interventi di
Luttazzi (il turpiloquio eletto ad arte?), della
Gabanelli, di
Monicelli, o nel delirio di
Morgan (qualcuno faccia qualcosa per quest'uomo), o di
Benigni, per dire qualche nome. Era tutto un susseguirsi di sguardi di compiacimento, di dubbio, di stupore con il vicino di tavolo, di applausi convinti, di attimi di estrema attenzione.
Nulla che sposti di una virgola il voto di domenica prossima, o la coscienza dei soliti indifferenti per i quali magari non è successo niente, a guardare i soliti tg.
Ma con un effetto dirompente, se è riuscito, attraverso questa
migrazione alla "tv 2.0",
cross-mediale, a portare in un piccolo bar di paese, o sulle piazze virtuali, decine, centinaia di persone a condividere un sentimento comune di imbarazzo per la situazione che stiamo vivendo.
Fosse solo per questo, dovremmo davvero ringraziarlo, quell'omino li.
E vabbè, anche chi l'ha pensata una serata così.