E Giorgio Bettinelli ne aveva tanta. Pensare di attraversare il mondo su quelle due ruote è un impresa da matti. Andò dall'Alaska alla Terra del Fuoco, da Melbourne a Città del Capo e poi dal Cile alla Tasmania, attraversando Americhe, Siberia, Europa, Africa, Asia e Oceania. E raccogliendone le suggestioni nei suoi diari che ha regalato poi a noi sognatori assennati. Io l'ho scoperto ai tempi dell'acquisto della mia Vespa, quando il suo libro mi fu regalato da Silvia. Erano racconti semplici, in cui sentivi il sapore dell'asfalto, della terra bruciata. Il sapore della strada, in cui tutto il resto poteva risultare inutile.
La foto quassù l'ho scattata la scorsa primavera a Palermo in occasione di un raduno di Vespe. Una delle tante usate nei suoi viaggi e ora depositate nel museo Piaggio di Pontedera.
Ogni adesivo raccontava una storia, un paese, centinaia di incontri ad abbracciare il mondo intero. Un mondo adesso con un sognatore in più da ricordare.
La foto quassù l'ho scattata la scorsa primavera a Palermo in occasione di un raduno di Vespe. Una delle tante usate nei suoi viaggi e ora depositate nel museo Piaggio di Pontedera.
Ogni adesivo raccontava una storia, un paese, centinaia di incontri ad abbracciare il mondo intero. Un mondo adesso con un sognatore in più da ricordare.
4 commenti:
io non sapevo chi fosse, questo mio conterraneo..quanto avrà visto con i suoi occhi? quanto da raccontare? quanto da non poter riuscire a raccontare? incredibile.
E poi te lo immagini su di una vespa a viaggiare cosi? Io mi chiedo cosa lo spingeva a vagare per il mondo e a sfuggire, cosa lo ha spinto a partire la prima volta abbandonando una vita "normale". Into The wild
e magari lui ci avrebbe chiesto cosa ci spinge DAVVERO a vivere una vita usuale e cosa ci tiene legati a gesti, situazioni e luoghi..io non mi so dare una risposta soddisfacente
è proprio quello il punto. Magari poi per essere straordinari non occorre per forza fare il giro del mondo, ma è quella tensione a misurare i nostri limiti che non dovrebbe mai mancarci. Troppo spesso invece la paura (qualunque essa sia) ci tiene fermi.
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