"Io anelo alla mia terra, nella cui polvere si sono consunte le membra e le ossa dei miei. Ricordo la Sicilia, e il ricordo viene dal dolore che mi travaglia. Ma se fui bandito da un paradiso come posso io darne informazioni"

giovedì 18 settembre 2008

Con la sua vespa andava

Ci vuole follia a questo mondo per pensare di rinsavire.
E Giorgio Bettinelli ne aveva tanta. Pensare di attraversare il mondo su quelle due ruote è un impresa da matti. Andò dall'Alaska alla Terra del Fuoco, da Melbourne a Città del Capo e poi dal Cile alla Tasmania, attraversando Americhe, Siberia, Europa, Africa, Asia e Oceania. E raccogliendone le suggestioni nei suoi diari che ha regalato poi a noi sognatori assennati. Io l'ho scoperto ai tempi dell'acquisto della mia Vespa, quando il suo libro mi fu regalato da Silvia. Erano racconti semplici, in cui sentivi il sapore dell'asfalto, della terra bruciata. Il sapore della strada, in cui tutto il resto poteva risultare inutile.
La foto quassù l'ho scattata la scorsa primavera a Palermo in occasione di un raduno di Vespe. Una delle tante usate nei suoi viaggi e ora depositate nel museo Piaggio di Pontedera.
Ogni adesivo raccontava una storia, un paese, centinaia di incontri ad abbracciare il mondo intero. Un mondo adesso con un sognatore in più da ricordare.

4 commenti:

Anonimo ha detto...

io non sapevo chi fosse, questo mio conterraneo..quanto avrà visto con i suoi occhi? quanto da raccontare? quanto da non poter riuscire a raccontare? incredibile.

Mauro Caruso ha detto...

E poi te lo immagini su di una vespa a viaggiare cosi? Io mi chiedo cosa lo spingeva a vagare per il mondo e a sfuggire, cosa lo ha spinto a partire la prima volta abbandonando una vita "normale". Into The wild

TIZ ha detto...

e magari lui ci avrebbe chiesto cosa ci spinge DAVVERO a vivere una vita usuale e cosa ci tiene legati a gesti, situazioni e luoghi..io non mi so dare una risposta soddisfacente

Mauro Caruso ha detto...

è proprio quello il punto. Magari poi per essere straordinari non occorre per forza fare il giro del mondo, ma è quella tensione a misurare i nostri limiti che non dovrebbe mai mancarci. Troppo spesso invece la paura (qualunque essa sia) ci tiene fermi.

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