"Io anelo alla mia terra, nella cui polvere si sono consunte le membra e le ossa dei miei. Ricordo la Sicilia, e il ricordo viene dal dolore che mi travaglia. Ma se fui bandito da un paradiso come posso io darne informazioni"

lunedì 8 novembre 2010

Con un prete anarchico

Certe volte mi trovo a provare invidia per quelli che la fede la trovano sempre a portata di mano, che sanno pescare dove vogliono perché sanno di trovarla. La mia, piuttosto, assomiglia ad una molla, che si allontana e s'avvicina, che senti lontana e che devi cercare continuamente. Passano gli anni e la trovi sempre meno quell'urgenza, e guardi con nostalgia ai giorni in cui la cercavi sui libri dei saggi ciò che non capivi.
Pensi che sarebbe interessante fare il disilluso, l'uomo che basta a se stesso. Che non cerca nulla perché nulla sa di trovare.
Ma è una condizione che non mi appartiene. Ho altre necessità. E, soprattutto, non sono questi argomenti di cui scribacchiare su di un blog.
Ragionavo però su questo ieri tornando da una messa del tutto particolare, una messa anarchica e semplice, celebrata da un prete anarchico di ottanta e passa anni che, passo per passo, in maniera del tutto particolare conduceva i pensieri di chi lo ascoltava verso la comprensione di ogni nostro atto, cercandone il peso e la giusta pesantezza.
E sulla strada del ritorno, in silenzio, pensavo che non sarebbe male poter fare a meno di questi incontri ed avere una di quelle fedi che non oscillano mai.

Per la cronaca, quell'anarchico che ho incontrato era Don Gallo.

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