"Io anelo alla mia terra, nella cui polvere si sono consunte le membra e le ossa dei miei. Ricordo la Sicilia, e il ricordo viene dal dolore che mi travaglia. Ma se fui bandito da un paradiso come posso io darne informazioni"

giovedì 5 marzo 2009

Voglio dire

Voglio dire, è tutta la vita che passo a farmi le stesse domande. E a cosa serve tutto questo, cosa ci sarà dopo, cosa ci sarà prima,
che senso ha oggi domani e post domani. Domande da fare seduti davanti ad un Dio.
Insomma, domande su cui contorcersi senza trovare risposte. E allora pensi, sarebbe stato meglio andare a studiare filosofia, una volta,
come se potessi trovare le risposte in qualcuno che le stesse domande se l'era poste. Almeno le domande da fare sarebbero soltanto
quelle di lavoro.
Qualcuno magari, forse, aveva dato anche la sua di ipotesi, ma solo un ipotesi, un meccanismo di autoconvincimento valido soltanto per lui, in quel dato istante.
Non di certo valido per me.
E anche i preti non è che sappiano dare soluzione più valida. Ti dicono, sono dubbi che abbiamo tutti, abbi fede, leggi il salmo 33
e troverai risposte. Se solo riuscissi a comprenderle.
E ad un bel punto ti ritrovi stufo di porti sempre domande. Ti rendi conto che forse sarebbe meglio andare a fare una passeggiata
in centro, entrare in qualche negozio. E guardandoti intorno accorgerti che non è possibile che tutti questi qui non
si pongano le stesse domande. Anche se sembrano cosi leggeri. E non è possibile che siano senza pensieri, o stupidi.
Anche se la stessa stupidità mi affascinerebbe tanto da desiderarne più di quanto non ne abbia già di mio.
Solo per godere la vita come viene. Invece di cercare risposte in libri che non riuscirai mai a
finire. La biblioteca è sempre troppo ampia.
E quindi, la gente. Fluttuava tra gli scaffali. E li che tutto è diventato più chiaro. Chi se ne frega. Siamo qui e quindi vale la pena di esserci.
Se poi i pensieri sono troppi, basta entrare in una stanza, spegnere la luce, rimanere in silenzio e svuotare la mente. Per dieci minuti almeno.
Del resto la forchetto la uso per mangiare, mica mi chiedo chi l'abbia costruita e dove finirà tra qualche anno, quando mi trasferirò da questa casa.

Insomma, tutta questa manfrina qui per dire che ieri sera ho visto Hannie e le sue sorelle, e l'ho trovato un gran film, perchè c'è un pò di tutto quello che siamo.
E perchè da il buonumore. Non quello che si estingue due minuti dopo la battuta esilarante. Quello che ti fa stare bene.


1 commento:

Anonimo ha detto...

Sembra bello il film... comunque io penso spesso che se avessi scelto studi umanistici mi sarei distrutto dentro. Certe cose non vanno approfondite forse, non per disinteresse, ma per quel "viver leggero" tipico di un uomo che vive con Fede e Speranza.
Ciao,
Emanuele

Shinystat

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