"Io anelo alla mia terra, nella cui polvere si sono consunte le membra e le ossa dei miei. Ricordo la Sicilia, e il ricordo viene dal dolore che mi travaglia. Ma se fui bandito da un paradiso come posso io darne informazioni"

sabato 21 febbraio 2009

“Sto dicendo che se è il presidente a farlo, allora non è illegale”

Guardavo Nixon/Frost. Il film di Ron Howard sul confronto televisivo tra il presidente Richard Nixon ed il conduttore David Frost, colui che lo costrinse al tappeto con una confessione totale delle proprie colpe sul caso Watergate.
Ancora oggi qualunque scandalo, come ricorda un collaboratore di Frost nel film, viene nominato con il suffisso -gate, come a costituire la vera eredità di Nixon.
Eppure nel film si scorge almeno il bisogno di ammettere, infine, la propria sconfitta personale, per difendere la propria dignità e quella del popolo che aveva offeso.
Non voglio fare discorsi di parapolitica, un tantino populisti, ma penso a quanto noi siamo cosi talmente assuefatti a tutto ciò che il nostro presidente del Consiglio ha fatto nella sua vita (parlo di lui come esempio più evidente, naturalmente) da pensarlo normale. Nulla ci turba, come se l’immenso fluire di notizie e storie torbide sul suo compito le abbia annullate del tutto. Trasformandoci, di fatto, in un popolo in grado di accettare qualunque cosa.
E’ spiacevole sentire che fare antiberlusconismo sia totalmente inutile. Si, si è rivelato totalmente inutile dal punto di vista della strategia politica, quella insomma che ti fa vincere le elezioni. Ma questo non può, non deve tradursi in un’accettazione aprioristica che la violazione di ogni decenza morale possa essere accettata. E’ una questione di coscienza di noi Italiani.
Se guardiamo indietro ai tempi del fascismo pensiamo a come i nostri nonni, bisnonni e padri possano aver accettato quello che accadeva. Guardiamo al tempo del Nazismo è pensiamo a come la brutalità di quel regime possa essere accettata dalla maggioranza della popolazione.
Non posso dare io risposte che stanno scritte in molti libri.Però la mia speranza è che un giorno, tra qualche anno si possa guardare a questi anni stupendoci della follia dei nostri comportamenti cosi come lo si fa guardando a quegli anni.
Senza fare paragoni che risulterebbero esagerati se confrontati alle efferatezze di quegli anni (almeno lo spero), vorrei che le mazzette, i lodi di ogni nome, le ronde, le leggi contro gli stranieri e chissà quant’altro potrei aggiungere all’elenco, siano stati una macchia da nascondere a fondo.
E’ una speranza però. Tutto sembra andare nella direzione opposta. Perché la sensazione è che quei principi diventino mano a mano più fiochi. E che la sua eredità sia proprio questa.
Nixon sentì il bisogno di ammettere la propria sconfitta, mentre a noi ci è stato insegnato ad assolvere i peccati di chi ci governa.

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