"Io anelo alla mia terra, nella cui polvere si sono consunte le membra e le ossa dei miei. Ricordo la Sicilia, e il ricordo viene dal dolore che mi travaglia. Ma se fui bandito da un paradiso come posso io darne informazioni"

lunedì 29 settembre 2008

Una mail da Udine

Ieri sera ne parlavo. Sentivo dalla sua voce quanto quest'esperienza fosse intensa. Oggi ha scritto questa mail.
Cari amici,

sono reduce dal convegno del Centro Balducci, terminato ieri in tarda serata. Ci tengo a condividere con voi quello che queste quattro giornate mi hanno dato, perché è grazie ad Addio Pizzo che ho potuto prendere parte uno degli eventi più significativi della mia vita.

Sono ancora sotto l'effetto di queste giornate, in preda ad un turbinio di emozioni inaspettate e di un'intensità che ancora non riesco a comprendere.

Al convegno erano presenti 70 delegati provenienti da tutto il mondo, in prevalenza sudamericani, ma anche popoli del medio oriente, dell'Africa e degli Stati Uniti.

Sono stata testimone della reale sofferenza di tanta gente..l'ho toccata con mano e mi sento ancora terribilmente scossa dal vissuto di questi giorni.

Era presente un'anziana signora Mirta, tra le fondatrici de Las Madres de Plaza de Mayo. Una signora di una tenerezza incredibile, esile, che ti faceva venir voglia di proteggerla, ma che tanta forza e tenacia ha avuto a continua ad avere dopo la desapareciones di sua figlia che ai tempi aspettava un bambino e del marito della figlia. Sono passati più di 30 da allora, eppure lei continua a lottare, e a sostenere la gente che ha bisogno di aiuto..una signora così piccola e grande nello stesso momento.

C'era una ragazza iraquena, che ha perso sei membri della sua famiglia a causa della violenza in Iraq, che appartiene ad un'Associazione per i diritti delle donne in Iraq, e che per questo rischia ogni giorno la sua vita, come è già successo a tante persone che come lei lottavano per i diritti umani e che hanno pagato con la vita il loro rifiuto all'oppressione e alla negazione dei diritti dell'uomo.

C'era poi una giovane ragazza afghana, i cui genitori sono stati uccisi quando era solo una bambina, che fa parte di un'associazione per i diritti umani, e che ci ha raccontato quanto in Afghanistan il terrorismo sia fomentato dalle truppe americane, e non combattuto. Dall'occupazione del territorio da parte dell'esercito americano, la situazione in Afghanistan è molto peggiorata..aumentano i terroristi e di conseguenza le stragi in quella terra, e si è molto lontani dalla democrazia tanto invocata dagli USA. E' nell'interesse degli Stati Uniti avere una scusa per poter rimanere su quel territorio per la posizione strategica dell'Afghanistan, terra di confina con Iraq, Iran, India, Cina sulle quali gli Stati Uniti vogliono mantenere il controllo. Per poter giustificare la presenza delle truppe armate in Afghanistan, il governo americano necessita di una scusa, e la lotta al terrorismo in quella terra è un'ottima scusa, peccato che per questo anziché combatterlo il terrorismo, lo fomentano, così da poterci rimanere ancora per molto tempo, poco importano le continue stragi di innocenti causate dai terroristi.

Al convegno c'era anche un ragazzo messicano che si è fatto 4 anni di carcere ingiustamente. Accusato (senza prove) di far parte di un gruppo di guerriglieri è stato arrestato e torturato insieme ai suoi 2 fratelli con l'imputazione di terrorismo. Si trattava in realtà di studenti universitari, che nulla avevano fatto, se non essersi dati da fare insieme ad altri universitari, per combattere le ingiustizie sociali, ma senza mai aver fatto uso di armi. Con gli anni infatti, l'accusa per questi fratelli è cambiata, le pene si sono ridotte, lui è uscito dal carcere, i fratelli sono ancora dentro. Il governo messicano, non ha mai ammesso di aver fatto un errore, e continua a farla pagare a chiunque chieda il diritto di essere libero.

Lo stesso succede un po' in tutti i paesi del Sud America, come raccontato dai partecipanti al convegno provenienti da queste terre..non c'è libertà..nessuna libertà, e i governi cercano di far passare per terroristi le persone che chiedono il riconoscimento dei loro diritti..questo è quello che succede.

C'erano anche due donne statunitensi, finite in carcere diverse volte, perché si stanno battendo per affermare quelle che erano le idee di Martin Luther King, i diritti della gente povera.

Un professore congoliano ha riportato un dato poco conosciuto al mondo e preoccupante del suo paese: in Congo ci sono state violenze sessuali su 35.000 donne, dai 3 mesi di età a 80 anni, donne che dopo aver subito le violenze vengono anche massacrate, e alle quali viene fatta scoppiare la vagina usando dei bastoni, e causando danni irreparabili..molto di queste donne nonostante diversi interventi chirurgici non recuperano più le loro funzioni, e sono costrette ad andare in giro con sacchi di plastica…

E poi tantissime altre storie di violenza, prevaricazioni, sopraffazioni..storie di sofferenza atroce vissuta sulla propria pelle e trasmessa a noi con una forza tale da sentirmi ancora male.

E nonostante le tragedie vissute, questa gente continua ad avere la forza di lottare, di agire per avere la libertà..per non subire più sopraffazione, per ottenere il riconoscimento dei propri diritti.

Molto toccanti sono stati i momenti davanti la base di Aviano, di rifiuto dell'uso delle armi, di richiesta della pace, momento anche commemorativo delle vittime della violenza, durante il quale sono state portate le foto di molte di queste vittime, che sono state disposte a cerchio sul prato, unitamente a dei sassi, sui quali sono stati scritti i nomi della gente morta per in nome della libertà.

Ho pensato di scrivere su uno di quei sassi che verranno conservati al Centro Balducci il nome di Falcone e di Borsellino.

Anche il momento commemorativo sul Vajont è stato permeato da forti emozioni, soprattutto quando ognuno di noi ha consegnato al presidente dell'Associazione delle vittime del Vajont un po' di terra proveniente del proprio paese per la costruzione di un monumento che verrà costruito in onore di quelle vittime.

Io, che avevo saputo da Marco Siino della richiesta di portare della terra, me l'ero preventivamente procurata, così anche la terra di Palermo farà parte di questo monumento.

Durante la consegna, ogni persona diceva in memoria di chi donava quella terra, cosa rappresentava per quel popolo, qual era l'auspicio e la speranza di quella gente.

Io avrei voluto consegnare la terra silenziosamente, senza dir nulla, perché in preda ad emozioni troppo forti, piangevo dalla sera precedente, perché profondamente turbata dalla sofferenza di quelle persone, e non mi andava di scoppiare in lacrime al microfono mentre dicevo in memoria di chi donavo quella terra..ma mi hanno dato il microfono contro la mia volontà e quindi ho dovuto farlo anch'io..ho dato quella terra in memoria di Falcone e Borsellino e di tutte le persone che sono morte solo perché hanno avuto voglia di liberarsi dalla mafia, e sono scoppiata in lacrime, non riuscendo più a continuare, e trovandomi poi circondata dall'abbraccio di tante persone che mi ringraziavano, che mi hanno sostenuto, e che piangendo mi hanno detto di avergli trasmesso tanto..che la mia interruzione, il mio non dire ha significato più di tutte le altre cose dette..persone che mi sono venute incontro commosse e grate.

In realtà io sono grata a loro, per quello che in queste 4 giornate mi hanno dato..la mia commozione, le mie lacrime erano legate a loro, erano per la loro sofferenza, e per quello che sono riuscite a trasmettermi e che ancora sento terribilmente vivo, fremere dentro di me.

Io ho iniziato a parlare di Addio Pizzo nei primi giorni del convegno, quando era ancora presente in me un pò di lucidità, e ci tengo a riferirvi la gratitudine della gente per quello che Addio Pizzo ha fatto e sta facendo. Io non posso sentire questi meriti come miei, perché sono con voi da troppo poco tempo, e perché ho ancora fatto troppo poco per prendermi dei ringraziamenti.

Quindi giro a voi i ringraziamenti di Pilar, una donna spagnola che lavora con associazioni colombiane, di Mary una delle statunitensi arrestate, di Gaati la ragazza afghana, di Enrique argentino che lotta per i diritti umani e che ha dei parenti siciliani che in passato hanno subito richieste di pizzo, di Surood la ragazza iraquena che mi ha raccontato di richieste di pizzo anche in Iraq, di Jerman ragazzo colombiano avvocato dell'Associazione Justicia y Paz, dei ragazzi della Carovana della Pace, di alcuni ragazzi che fanno parte di un'associazione di Libera Terra, degli organizzatori del Convegno, e di tanta altra gente italiana presente al convegno e venuta a conoscenza di noi in questa occasione.

Tutta questa gente vede nei ragazzi di Addio Pizzo tanta forza, coraggio e reale speranza di cambiamento. Erano davvero felici delle nostre iniziative ed in molti mi hanno chiesto l'indirizzo del sito, per poterlo visitare ed avere ulteriori informazioni. Il pizzo si sta diffondendo sempre di più anche qui al Nord, come mi hanno raccontato preoccupate i friulani, che oltretutto non conoscevano Addio Pizzo fino ad ora.

Mi sento fortunata nell'aver potuto vivere l'esperienza di questi giorni, non capita a tutti di potersi confrontare nello stesso momento con così tanti esponenti dei popoli del mondo, con persone dotate di una tale ricchezza morale che con semplicità sanno condividere con gli altri le loro tragedie, ma anche le gioie. Splendide sono state le serate del convegno, durante le quali i popoli si sono esibiti in canti e balli dei loro paesi.

In queste giornate ho potuto avere un assaggio di ciò che significa reale integrazione multiculturale, e vi assicuro che è qualcosa di straordinario, come straordinarie sono le emozioni sperimentate che le parole non potranno mai saper spiegare.

Per questo ringrazio Addio Pizzo, per avermi dato la possibilità di partecipare ad un evento di una tale portata, e mi scuso per il lungo e mieloso sfogo di questa mail, ma sentivo proprio il bisogno di raccontarvi lo scombussolamento che ancora sto vivendo per queste giornate.

Buon lavoro ragazzi.. e grazie.

Silvia

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