"Io anelo alla mia terra, nella cui polvere si sono consunte le membra e le ossa dei miei. Ricordo la Sicilia, e il ricordo viene dal dolore che mi travaglia. Ma se fui bandito da un paradiso come posso io darne informazioni"

lunedì 6 aprile 2009

Abruzzo




All'Abruzzo sono legato con un sottile filo. Me ne innamorai immediatamente quando qualche anno fa decisi di organizzare un campo estivo con il mio Reparto di allora.
Quel campo restò una pietra miliare, uno dei ricordi più belli di tutta l'esperienza da Capo Reparto. Un momento che ancora oggi capita di evocare nei ricordi dei ragazzi di quel gruppo. Fu costellato di grandi sfighe, tra fratture, slogature, piogge torrenziali, alternati a momenti d'intensità unica. I paesaggi, con il profilo massiccio del Gran Sasso, con quei prati di un verde intenso, con i rivoli d'acqua a creare piccole cascate, disegnarono una cornice perfetta per la nostra avventura.
Si era creato immediatamente un legame speciale con quei luoghi. Una terra aspra, selvaggia, abitata, nei miei incontri, da gente semplice, legata alle tradizioni, in un modo che ho sempre sentito vicino a noi Siciliani. Una terra a cui era troppo difficile non legarsi. Arrivai li grazie ad uno splendido incontro, in un campo di formazione per scout, in quel di Ascoli, con una Abruzzese. Un incontro da cui si creò un bel rapporto, un'amicizia legata da pochi incontri ma da grandi chiaccherate, via sms prima e poi con l'IM. Visitai una parte dell'Abruzzo con lei quando andammo a fare il sopralluogo al campo, e poi ci incontrammo ancora in Sicilia quando la convinsi a fare un tour dell'Isola.
Stamattina, tornavo in macchina verso le sei di mattina dall'Aeroporto di Malpensa, quando la notizia del terremoto, dapprima non chiara nel suo dramma, arrivò a me. Non potuto fare a meno di pensare a quei luoghi e chiedermi come stava quella gente che mi aveva donato sprazzi di felicità.
Stamattina poi su Fb, lei per fortuna era li, cosi ho avuto subito un riscontro della situazione, che li da lei era per fortuna più tranquilla. Gente sfollata dalle case. Grande spavento. Come può venire da un evento per il quale ti senti completamente impotente, in cui la natura manifesta tutta la sua forza senza rimedio. Per due minuti.
Due minuti.
L'ho sentita poi qualche ora dopo preoccupata per persone che conosceva e che risultavano ancora disperse.
Ho seguito poi come ho potuto lavorando, sui siti di notizie, e attraverso gli appelli che circolavano su fb. Davvero una tragedia immensa.
E' in questi momenti che verrebbe da essere li, piuttosto che a scrivere da questa scrivania. Pensando che quel vecchio proposito di collaborare con la protezione civile non era da rimandare. E restando cosi attonito dinnanzi a quelle immagini e a quelle storie di dolore in cui si manifesta il meglio dell'essere umano, e forse, di noi Italiani.

3 commenti:

Emanuele ha detto...

Esiste la preghiera. Capisco che davanti ad una tragedia simile può sembrare duro ed assurdo, però nell'impossibilità di poter dare un aiuto concreto, senza dubbio possiamo chiedere a chi dall'Alto sa tutto, di dare una mano... concreta.
Ciao,
Emanuele

g.p. ha detto...

Pensa che, se può valere una mia testimonianza, io il Gran Sasso l'ho scalato.

Mauro Caruso ha detto...

Con corde e tutto il resto? Noi ci siamo limitati di salire a piedi fino prima al Rifugio Franchetti e poi un pò più su, per poi riscendere dalle parti del Rifugio Mussolini... davvero una gran bella esperienza

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