E appena il sole era troppo forte andavo via, intollerante a rimanere fermo sulla stuoia, invidiavo te che rimanevi come una tartaruga immobile a crogiolarti spalmandoti di untuosi unguenti nelle ore migliori, quelle dove il sole non da tregua.
Tornavo in spiaggia e ti trovavo ancora li, motivata come non mai a raggiungere il limite consentito ad ogni viso pallido, e sparivi quando invece arrivavo per godere delle ore più tranquille, quelle in cui il mare non è solo refrigerio ma piacere. Con l'acqua ancora più calda, la spiaggia più silenziosa.
Per te invece le ragioni erano terminate, la motivazione scomparsa. C'era la tua pelle da curare, e vederti arrivare la sera scottante in piazza mostrare la tua pelle di bronzo mi faceva contorcere dal rimorso per la mia dabbenaggine.
Adesso mi guardo allo specchio con la pelle tornata al suo pallore e ripenso a te. Ad inseguire quel desiderio cosi sfuggente, al tuo impegno intenso per un obiettivo che adesso è già svanito. Mi chiedo se pensi a quanta fatica hai sprecato nell'inseguire forse l'emblema più vero dell'inseguimento di bisogni effimeri, dell'inutilità posta a chimera questa volta alla portata di tutti. Ma non credo che t'importi, sarai già immersa nel tuo solarium ad inseguire surrogati di qualcosa che non so che sia.
3 commenti:
Mao sei un poeta! ;)
:-)Grazie, ma mi prendi in giro, no?
mai stata più seria! ;)
buona domenica!
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