E' stato il mese di Agosto più lungo che possa ricordare, ho ancora i piedi raggrinziti dall'acqua del mare, gli occhi ancora più socchiusi dal sole in faccia.
Non saprei da dove cominciare nel raccontare ciò che ho fatto, il nastro è lento a riavvolgersi e molto confuso.
Dell'estate ho amato la mia mente libera da pensieri,
i pomeriggi in casa con il sudoko che non tornava,
i pranzi affollati in quella casa sempre più stretta,
le serate in cui la mezzanotte non arrivava mai,
ma poi, di colpo, ti trovavi ancora alle quattro seduto al bar,
la notte rock e, soprattutto l'Ypsigrock con Riccardo per la prima volta,
l'essere cosi agevolmente sconnesso da Internet e non sertirne per niente la mancanza,
l'attesa per il 13 Agosto e le giornate gelesi,
la scala dei Turchi,
il viaggio di 8 ore in macchina per arrivare in Puglia,
la pizzica infinita,
l'ennesimo tuffo infinito alla Kalura,
le necessarie partite a beach volley quando il sole cercava di scomparire all'orizzonte nella spiaggia che è il mio paradiso,
la passeggiata per le Madonie,
gli incontri sempre troppo brevi con gli amici di una vita,
quelli che sanno di infinito quanto lo scoppiettare di una favilla,
i giornali inutilizzati lasciarsi riempire di salsedine,
e tutto quello che adesso dimentico ma che
continua a riempire di rumore i miei pensieri
adesso che, intorno a me, sento solo silenzio.
Le foto le sto ancora mettendo in ordine, se non avessi dimenticato il cavetto della fotocamera a Palermo, forse avrei già finito.
Dell'estate ho amato la mia mente libera da pensieri,
i pomeriggi in casa con il sudoko che non tornava,
i pranzi affollati in quella casa sempre più stretta,
le serate in cui la mezzanotte non arrivava mai,
ma poi, di colpo, ti trovavi ancora alle quattro seduto al bar,
la notte rock e, soprattutto l'Ypsigrock con Riccardo per la prima volta,
l'essere cosi agevolmente sconnesso da Internet e non sertirne per niente la mancanza,
l'attesa per il 13 Agosto e le giornate gelesi,
la scala dei Turchi,
il viaggio di 8 ore in macchina per arrivare in Puglia,
la pizzica infinita,
l'ennesimo tuffo infinito alla Kalura,
le necessarie partite a beach volley quando il sole cercava di scomparire all'orizzonte nella spiaggia che è il mio paradiso,
la passeggiata per le Madonie,
gli incontri sempre troppo brevi con gli amici di una vita,
quelli che sanno di infinito quanto lo scoppiettare di una favilla,
i giornali inutilizzati lasciarsi riempire di salsedine,
e tutto quello che adesso dimentico ma che
continua a riempire di rumore i miei pensieri
adesso che, intorno a me, sento solo silenzio.
Le foto le sto ancora mettendo in ordine, se non avessi dimenticato il cavetto della fotocamera a Palermo, forse avrei già finito.
2 commenti:
Certo che questa foto non è che spieghi tanto bene la tua estate, comunque sempre bel soggetto
beh, in effetti ci avevo proprio pensato! Ma non sono io che porto sfiga, è il Palermo che brancola nel buio. Perchè hai ripreso Colantuono quest'anno se dopo non gli dai due giorni di fiducia? Perchè comprano De Melo e poi lo rivendono prima di giocare una partita? Mah! Misteri.
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