"Io anelo alla mia terra, nella cui polvere si sono consunte le membra e le ossa dei miei. Ricordo la Sicilia, e il ricordo viene dal dolore che mi travaglia. Ma se fui bandito da un paradiso come posso io darne informazioni"

giovedì 19 giugno 2008

Dacci oggi la nostra sfida quotidiana

Sto leggendo in questi giorni "Il matematico impertinente" di PierGiorgio Odifreddi, una raccolta di ragionamenti intorno a religione, politica, logica, matematica e scienze, seguendo il filo del ragionamento analoga a quella di una dimostrazione matematica. Ne vengono fuori riflessioni particolarmente ardite ed inusuali. Alcune condivisibili, altre molto meno, ma tali da renderlo interessante, non fosse altro per la possibilità di offrire un "altro" punto di vista.
Ad esempio ho appena finito di leggere il capitolo che si chiama " Sfidare Dio a duello", e ne riporto uno stralcio:

<<"Dacci oggi la nostra sfida quotidiana", prega l'uomo occidentale contemporaneo, e come spesso gli accade si rivolge a Dio senza accorgersi che sta bestemmiando. La positività che noi associamo a sfide e disfide rimuove infatti il significato originario di queste parole, e dimentica che in origine esse significavano letteralmente infedeltà, inaffidabilità e insicurezza, a seconda delle accezioni del latino fidus [...].
Se la natura dello sfidante è dunque di essere un infedele nei fatti e un mentore nelle parole, il suo prototipo non può essere altri che il Diavolo, cioè colui che ha lanciato la prima sfida alla fede e alla verità, rivolta naturalmente contro Dio. Nella mitologia mediorientale questa sfida primigenia è stata presentata negativamente, come rottura primordiale dell'ordine divino delle cose. Ma la positività a cui alledavameo mostra che oggi noi apprezziamo nella disobbedienza a Dio il primo eroico atto di liberazione dalla suprema tirannide.
Agli inizi, infatti, le cose appartenevano tutte a quell'unità indivisa che è la vera essenza della divinità. Ma nel momento in cui qualcosa decide di staccarsi dal tutto per acquistare un'autonomia individuale, l'unità divina si spezza e si crea una scissione dalla quale prende appunto il nome il Diavolo. In greco, infatti, diabolé significa "divisione", e il suo contrario è symbolé, la "riunione": per questo Dio parla olisticamente per simboli, e il suo alter ego dualisticamente per contrapposizioni. >>

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