"Io anelo alla mia terra, nella cui polvere si sono consunte le membra e le ossa dei miei. Ricordo la Sicilia, e il ricordo viene dal dolore che mi travaglia. Ma se fui bandito da un paradiso come posso io darne informazioni"

venerdì 9 maggio 2008

"Nu sceccu ca raja all'autri scecchi"

“Degli eroi ci ricordiamo il valore delle loro imprese, della luce, dei loro trionfi al di là della causa servita. Dei martiri ci resta l'insegnamento del sacrificio della propria vita pur di non abiurare il proprio credo. Peppino Impastato é stato insieme martire ed eroe perché oltre a lottare contro la nebbia che ammantava la sua/nostra terra senza permettere al sole della legalità di entrare, ha pagato da vivo con la vita e da morto con l'oblio il profondo impegno per la sua laica religione: la libertà dall'oppressione mafiosa.”

30 anni oggi. 20 anni di silenzio e poi un film magnifico ed il passaparola hanno fatto conoscere a tutti noi una storia che poteva restare sepolta tra le tante piccole storie nascoste di quest'Italia di cui a volte tanto ci vergogniamo. Una piccola speranza che la verità che sentiamo calpestata, maltrattata persino macchiata non può restare nascosta in eterno. Ci sono voluti anni di lotte di poche persone ma adesso Peppino è conosciuto in tutta Italia. I ragazzi conosciuti qui a Parma cantano "I cento Passi" con un'unica voce e con la stessa emozione. A Cinisi stasera un grande concerto lo ricorderà, leggo che seimila persone oggi hanno già partecipato al corteo. Sulle homepage dei giornali tanti ricordi delle sue parole, si moltiplicano le canzoni in suo onore (come questa "Negghia" dei Marta sui tubi, trasposizione di una sua poesia), escono libri che presentano le storie di quegli anni, altri presentano le taglienti voci di Onda Pazza, la trasmissione di Radio Aut.
Tutto nel suo nome, tutto per allargare questa voce e perchè quel coraggio non si perda nei mille rivoli della ipercomunicazione che ci circonda.
Perchè ricordare è necessario per non aver più bisogno di eroi. Perchè noi aneliamo una normalità ancora oggi immaginifica.



Ne approfitto per rivedere, e farvi rivedere, una delle parti del film che più amo:

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