Non è un film facile, che lascia spazio a facili giudizi o a prese di posizione.
Il ritmo serrato e la complessità della trasposizione cinematografica di un libro che sta a metà tra l'inchiesta giornalistica e il romanzo non consentono distrazioni. L'unico limite sta li, nella difficoltà nel seguire costantemente la trama, che tra intrecci incrocia alcune delle storie raccontate nel libro. Vederlo dopo aver letto il libro in questo caso può offrire maggiore chiarezza.
Matteo Garrone, il regista, ha fatto un lavoro enorme nel riuscire a trascinare con tale efficacia quello che veniva fuori dal libro offrendo anche qualcosa in più. La scelta degli attori, strabilienti pensando che per la maggior parte si tratta di esordienti, la colonna sonora neomelodica, la recitazione completamente in napoletano, i luoghi (tra cui le famose Vele di Scampia) rendono il film crudo e quindi così reale.
Avendo visto il film con dei napoletani ho poi avuto modo di apprezzare delle sfumature che potevano essere notate soltanto da un occhio allenato a conoscere quei luoghi, quegli accenti, quelle situazioni.Non puoi dare un giudizio, il film non te ne da l'occasione, come un pugno nello stomaco lanciato all'improssivo ti da solo l'occasione di notare la direzione da cui arriva ma non di schivarlo, ti mette di fronte ai fatti nudi e allora puoi soltanto prenderne atto.
All'accensione delle luci in sala vedere ogni punto gremito offre la speranza che il grido disperato lanciato da qualche anno da Roberto Saviano non è stato vano, il film offrirà la possibilità ad un pubblico ancora più vasto di conoscere quei fatti ignorati o raccontati parzialmente da altri media. Offrirà spero ad alcuni la curiosità per leggere quel libro e conoscere le storie che qui non si sono potute raccontare per capire quanto tutti ne siamo coinvolti pur non vivendo in quei territori.
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