"Io anelo alla mia terra, nella cui polvere si sono consunte le membra e le ossa dei miei. Ricordo la Sicilia, e il ricordo viene dal dolore che mi travaglia. Ma se fui bandito da un paradiso come posso io darne informazioni"

lunedì 10 marzo 2008

Siamo sulla strada

Oggi ho una grande tristezza. E da ieri che mi perseguita e che cerco di camuffare. Sono vari i motivi ma sicuramente ha contribuito la notizia di ieri mattina. Non riesco a non pensarci, anche se non lo conoscevo personalmente. E quando ricevi queste notizie torni forse ancor più a ripensare alla tua vita.
E allora mi sento un grandissimo idiota ad incazzarmi per tutto ciò che per il momento non va, per i progetti che creo nella mia mente e che non si realizzano. Dovrei forse smettere di farmi troppe illusioni ma non ci riesco, è più forte di me. Sto regredendo allo stato in cui mi trovavo un anno fa giunto qui in Emilia. Apatia, incapacità di godere di ogni cosa, troppo preso da domande senza risposte, da dubbi su ciò che doveva essere e su ciò che mi ero lasciato alle spalle. E' terribile vederti cosi e non riuscire a reagire, con il corpo presente ma la mente persa in un viaggio senza arrivo. In Fango Lorenzo dice che l'unica paura che sento veramente è quella di non riuscire più a sentire niente. Mi sembra assurdo a quanto le sue parole hanno accompagnato le sensazioni che nella vita ho provato. E questa era la sensazione che vivevo l'anno scorso. Non riuscire più a sentire niente. Ho rimesso in gioco tutto, non avevo più certezze, se non quelle di trovarmi solo in una città che non conoscevo. Ho vissuto il distacco dalla città che amavo (e amo) come se non fosse vero, mettendo in gioco una rimozione forzata dei miei sentimenti. E per questo ho anche fatto male a molta gente. Perchè non riuscivo a darmi una spiegazione del mio comportamento. Più semplicemente non sono esistito. Nonostante in pochi mesi non fossi più solo in quella città il mio stato d'animo non cambiava. La notte scendeva senza che riuscissi a prendere sonno. Inquietudine, ansia. Mi dicevo che dovevo imparare ad ascoltarmi ma più lo dicevo e più ero inquieto. Più volevo stare solo per capire più avevo bisogno di sentirmi circondato da persone.
Man mano questo è passato, ho ricominciato a capire quanto di positivo ho intorno a me, a pensare che poi non è cosi male, ma ad intervalli torna. Ogni volta che fermandomi non riesco ancora a vedere il contorno di un progetto che anche con fatica si realizza. E allora ricomincio ad arrovellarmi nel trovare soluzioni, a ripartire con le ipotesi. Non so che cosa sarà, ma spero di non stancarmi mai di dare una direzione a questa vita.
Perchè poi lei le da il senso che vuole, e tu non riuscirai mai a comprenderlo.

2 commenti:

alle ha detto...

dammi una lametta che mi toglio le veneeee

Jack Sparrow ha detto...

Mao ma va suca... questo si che è sputare alla vita.. VERGOGNATI!!!!!!

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