"Io anelo alla mia terra, nella cui polvere si sono consunte le membra e le ossa dei miei. Ricordo la Sicilia, e il ricordo viene dal dolore che mi travaglia. Ma se fui bandito da un paradiso come posso io darne informazioni"

lunedì 29 settembre 2008

Una mail da Udine

Ieri sera ne parlavo. Sentivo dalla sua voce quanto quest'esperienza fosse intensa. Oggi ha scritto questa mail.
Cari amici,

sono reduce dal convegno del Centro Balducci, terminato ieri in tarda serata. Ci tengo a condividere con voi quello che queste quattro giornate mi hanno dato, perché è grazie ad Addio Pizzo che ho potuto prendere parte uno degli eventi più significativi della mia vita.

Sono ancora sotto l'effetto di queste giornate, in preda ad un turbinio di emozioni inaspettate e di un'intensità che ancora non riesco a comprendere.

Al convegno erano presenti 70 delegati provenienti da tutto il mondo, in prevalenza sudamericani, ma anche popoli del medio oriente, dell'Africa e degli Stati Uniti.

Sono stata testimone della reale sofferenza di tanta gente..l'ho toccata con mano e mi sento ancora terribilmente scossa dal vissuto di questi giorni.

Era presente un'anziana signora Mirta, tra le fondatrici de Las Madres de Plaza de Mayo. Una signora di una tenerezza incredibile, esile, che ti faceva venir voglia di proteggerla, ma che tanta forza e tenacia ha avuto a continua ad avere dopo la desapareciones di sua figlia che ai tempi aspettava un bambino e del marito della figlia. Sono passati più di 30 da allora, eppure lei continua a lottare, e a sostenere la gente che ha bisogno di aiuto..una signora così piccola e grande nello stesso momento.

C'era una ragazza iraquena, che ha perso sei membri della sua famiglia a causa della violenza in Iraq, che appartiene ad un'Associazione per i diritti delle donne in Iraq, e che per questo rischia ogni giorno la sua vita, come è già successo a tante persone che come lei lottavano per i diritti umani e che hanno pagato con la vita il loro rifiuto all'oppressione e alla negazione dei diritti dell'uomo.

C'era poi una giovane ragazza afghana, i cui genitori sono stati uccisi quando era solo una bambina, che fa parte di un'associazione per i diritti umani, e che ci ha raccontato quanto in Afghanistan il terrorismo sia fomentato dalle truppe americane, e non combattuto. Dall'occupazione del territorio da parte dell'esercito americano, la situazione in Afghanistan è molto peggiorata..aumentano i terroristi e di conseguenza le stragi in quella terra, e si è molto lontani dalla democrazia tanto invocata dagli USA. E' nell'interesse degli Stati Uniti avere una scusa per poter rimanere su quel territorio per la posizione strategica dell'Afghanistan, terra di confina con Iraq, Iran, India, Cina sulle quali gli Stati Uniti vogliono mantenere il controllo. Per poter giustificare la presenza delle truppe armate in Afghanistan, il governo americano necessita di una scusa, e la lotta al terrorismo in quella terra è un'ottima scusa, peccato che per questo anziché combatterlo il terrorismo, lo fomentano, così da poterci rimanere ancora per molto tempo, poco importano le continue stragi di innocenti causate dai terroristi.

Al convegno c'era anche un ragazzo messicano che si è fatto 4 anni di carcere ingiustamente. Accusato (senza prove) di far parte di un gruppo di guerriglieri è stato arrestato e torturato insieme ai suoi 2 fratelli con l'imputazione di terrorismo. Si trattava in realtà di studenti universitari, che nulla avevano fatto, se non essersi dati da fare insieme ad altri universitari, per combattere le ingiustizie sociali, ma senza mai aver fatto uso di armi. Con gli anni infatti, l'accusa per questi fratelli è cambiata, le pene si sono ridotte, lui è uscito dal carcere, i fratelli sono ancora dentro. Il governo messicano, non ha mai ammesso di aver fatto un errore, e continua a farla pagare a chiunque chieda il diritto di essere libero.

Lo stesso succede un po' in tutti i paesi del Sud America, come raccontato dai partecipanti al convegno provenienti da queste terre..non c'è libertà..nessuna libertà, e i governi cercano di far passare per terroristi le persone che chiedono il riconoscimento dei loro diritti..questo è quello che succede.

C'erano anche due donne statunitensi, finite in carcere diverse volte, perché si stanno battendo per affermare quelle che erano le idee di Martin Luther King, i diritti della gente povera.

Un professore congoliano ha riportato un dato poco conosciuto al mondo e preoccupante del suo paese: in Congo ci sono state violenze sessuali su 35.000 donne, dai 3 mesi di età a 80 anni, donne che dopo aver subito le violenze vengono anche massacrate, e alle quali viene fatta scoppiare la vagina usando dei bastoni, e causando danni irreparabili..molto di queste donne nonostante diversi interventi chirurgici non recuperano più le loro funzioni, e sono costrette ad andare in giro con sacchi di plastica…

E poi tantissime altre storie di violenza, prevaricazioni, sopraffazioni..storie di sofferenza atroce vissuta sulla propria pelle e trasmessa a noi con una forza tale da sentirmi ancora male.

E nonostante le tragedie vissute, questa gente continua ad avere la forza di lottare, di agire per avere la libertà..per non subire più sopraffazione, per ottenere il riconoscimento dei propri diritti.

Molto toccanti sono stati i momenti davanti la base di Aviano, di rifiuto dell'uso delle armi, di richiesta della pace, momento anche commemorativo delle vittime della violenza, durante il quale sono state portate le foto di molte di queste vittime, che sono state disposte a cerchio sul prato, unitamente a dei sassi, sui quali sono stati scritti i nomi della gente morta per in nome della libertà.

Ho pensato di scrivere su uno di quei sassi che verranno conservati al Centro Balducci il nome di Falcone e di Borsellino.

Anche il momento commemorativo sul Vajont è stato permeato da forti emozioni, soprattutto quando ognuno di noi ha consegnato al presidente dell'Associazione delle vittime del Vajont un po' di terra proveniente del proprio paese per la costruzione di un monumento che verrà costruito in onore di quelle vittime.

Io, che avevo saputo da Marco Siino della richiesta di portare della terra, me l'ero preventivamente procurata, così anche la terra di Palermo farà parte di questo monumento.

Durante la consegna, ogni persona diceva in memoria di chi donava quella terra, cosa rappresentava per quel popolo, qual era l'auspicio e la speranza di quella gente.

Io avrei voluto consegnare la terra silenziosamente, senza dir nulla, perché in preda ad emozioni troppo forti, piangevo dalla sera precedente, perché profondamente turbata dalla sofferenza di quelle persone, e non mi andava di scoppiare in lacrime al microfono mentre dicevo in memoria di chi donavo quella terra..ma mi hanno dato il microfono contro la mia volontà e quindi ho dovuto farlo anch'io..ho dato quella terra in memoria di Falcone e Borsellino e di tutte le persone che sono morte solo perché hanno avuto voglia di liberarsi dalla mafia, e sono scoppiata in lacrime, non riuscendo più a continuare, e trovandomi poi circondata dall'abbraccio di tante persone che mi ringraziavano, che mi hanno sostenuto, e che piangendo mi hanno detto di avergli trasmesso tanto..che la mia interruzione, il mio non dire ha significato più di tutte le altre cose dette..persone che mi sono venute incontro commosse e grate.

In realtà io sono grata a loro, per quello che in queste 4 giornate mi hanno dato..la mia commozione, le mie lacrime erano legate a loro, erano per la loro sofferenza, e per quello che sono riuscite a trasmettermi e che ancora sento terribilmente vivo, fremere dentro di me.

Io ho iniziato a parlare di Addio Pizzo nei primi giorni del convegno, quando era ancora presente in me un pò di lucidità, e ci tengo a riferirvi la gratitudine della gente per quello che Addio Pizzo ha fatto e sta facendo. Io non posso sentire questi meriti come miei, perché sono con voi da troppo poco tempo, e perché ho ancora fatto troppo poco per prendermi dei ringraziamenti.

Quindi giro a voi i ringraziamenti di Pilar, una donna spagnola che lavora con associazioni colombiane, di Mary una delle statunitensi arrestate, di Gaati la ragazza afghana, di Enrique argentino che lotta per i diritti umani e che ha dei parenti siciliani che in passato hanno subito richieste di pizzo, di Surood la ragazza iraquena che mi ha raccontato di richieste di pizzo anche in Iraq, di Jerman ragazzo colombiano avvocato dell'Associazione Justicia y Paz, dei ragazzi della Carovana della Pace, di alcuni ragazzi che fanno parte di un'associazione di Libera Terra, degli organizzatori del Convegno, e di tanta altra gente italiana presente al convegno e venuta a conoscenza di noi in questa occasione.

Tutta questa gente vede nei ragazzi di Addio Pizzo tanta forza, coraggio e reale speranza di cambiamento. Erano davvero felici delle nostre iniziative ed in molti mi hanno chiesto l'indirizzo del sito, per poterlo visitare ed avere ulteriori informazioni. Il pizzo si sta diffondendo sempre di più anche qui al Nord, come mi hanno raccontato preoccupate i friulani, che oltretutto non conoscevano Addio Pizzo fino ad ora.

Mi sento fortunata nell'aver potuto vivere l'esperienza di questi giorni, non capita a tutti di potersi confrontare nello stesso momento con così tanti esponenti dei popoli del mondo, con persone dotate di una tale ricchezza morale che con semplicità sanno condividere con gli altri le loro tragedie, ma anche le gioie. Splendide sono state le serate del convegno, durante le quali i popoli si sono esibiti in canti e balli dei loro paesi.

In queste giornate ho potuto avere un assaggio di ciò che significa reale integrazione multiculturale, e vi assicuro che è qualcosa di straordinario, come straordinarie sono le emozioni sperimentate che le parole non potranno mai saper spiegare.

Per questo ringrazio Addio Pizzo, per avermi dato la possibilità di partecipare ad un evento di una tale portata, e mi scuso per il lungo e mieloso sfogo di questa mail, ma sentivo proprio il bisogno di raccontarvi lo scombussolamento che ancora sto vivendo per queste giornate.

Buon lavoro ragazzi.. e grazie.

Silvia

Dedicata a Tosi

La pace è di sinistra.
I missionari sono di sinistra.
Ed i cartelloni posti all'inizio di ogni paese d'Italia che inneggiano ad un'ipotetico "Paese della Pace", sono un'autentica ipocrisia.
Al Vaticano, dinnanzi al quale s'inchinano questi ferventi credenti, quelle bandiere non sono vietate.

domenica 28 settembre 2008

Tonnara siracusana

Ma la villa che ha comprato Schumi è questa qui, abbadondata e diroccata, nella quale mi sono fermato casualmente due anni fa?

Le ragioni del disimpegno?

Ho appena finito di guardare la bella puntata di Blunotte dedicata all'antiracket e attendo la telefonata di Silvia, ancora impegnata nell'incontro internazionale organizzato dal centro Enzo Balducci di Udine, al quale partecipa a nome di Addio Pizzo.
E mi vedo, tra questi pensieri, fermo. Starò per fare discorsi retorici, ma risulta difficile continuare e contribuire al processo di cambiamento in atto in Sicilia quando sei lontano da quel territorio. E' un discorso che andrebbe affrontato meglio e sul quale mi sono soffermato più volte nello scorso anno. Ma mi chiedo, che fine fa l'impegno di tutti quei ragazzi impegnati socialmente in Sicilia in varie associazioni, quando vanno via da quella terra in proporzioni cosi mastodontiche? Si perde il valore di quel lavoro e si ricomincia sempre da capo? E come continuare ad utilizzare tale carica?
Esistono varie vie d'uscita, varie forme alternative per continuare quell'impegno e, personalmente, mi sento immerso in quel percorso, per quanto esso sia estremamente complicato e di lunga prospettiva.
Ma quali sono le risposte date da altri alle mie stesse domande mi incuriosisce.
Perchè partire ed andar via non può coincidere con il disimpegno e con un abbandono del campo.
Sarebbe altrimenti una lotta impari ed eterna. Una catena che non si spezza.
Pensate ad esempio al potere del voto di migliaia di siciliani libere dal ricatto ripetuto ad ogni elezioni. Se quel voto potesse essere sfruttato in massa, senza far riferimento a quelle poche persone di buona volontà pronte a tornare a casa ad ogni elezione, l'esito sarebbe lo stesso?
Chi ha doppia cittadinanza lo può fare, perchè noi no?

venerdì 26 settembre 2008

#Post-it

#Link for today 2008-09-26

giovedì 25 settembre 2008

Monopolio Google

Confesso di essere diventato un Google-dipendente.
Già ho manifestato tempo addietro il mio apprezzamento per tale realtà che in pochi anni ha stravolto il mondo di Internet. 10 anni oggi per l'esattezza.
Ormai svolgo molte delle mie attività giornaliere utilizzando programmi creati dalle menti dei suoi sviluppatori, e trovando geniali molte delle loro trovate.
Praticamente con me sta riuscendo pian piano a realizzare quello che è il suo sogno, monopolizzare totalmente il rapporto di ogni utente non solo con la rete ma con lo stesso notebook.
Del resto non passa giorno in cui non appare una
novità in quest'universo, pochi giorni fa è stato lanciato il suo primo cellulare, Android, un paio di settimane fa il suo browser, Chrome, e cosi via ad un ritmo esaltante per ogni appassionato dell'argomento.
Ancora queste ultime invenzioni non mi hanno conquistato ma, volendo fare ordine, utilizzo:
-Google, come motore di ricerca, naturalmente;
-prima iGoogle e poi Google reader per controllare i blog per me più interessanti;
-Google Calendar per gli appuntamenti, sfruttando cosi la possibilità di ricevere anche un sms o un pop-up sul Pc per ricordare cosa devo fare (i neuroni mi stanno lasciando, bye bye!);
-Google Documenti, per gestire alcune applicazioni di excel e word, in particolare quelle a cui voglio sempre essere accessibile, ovunque sono, senza preoccuparmi di aggiornare continuare la key. O per gestire dei fogli condivisi con altri utenti, applicazione utilizzata con successo per gestire il foglio del campionato di fantacalcio, e attraverso il quale tutti, anche contemporaneamente, possono aggiornare i fogli;
-Gmail per gestire la posta elettronica, e non solo;
-Picasa per gestire le foto;
-Blogger per gestire questo blog;
e poi potrei elencare praticamente ancora una decina, ognuna delle quali subisce spesso aggiornamenti e novità (molte ancora sono in versione beta, sfruttando anche in questo modo gli utenti e i loro feedback per migliorare ogni applicazione. Come dire, un altro colpo di genio, sfruttare i propri difetti per migliorarsi. Tralaltro un'ottima lezione di vita, direi).
Su Google si potrebbe raccontare molto, per molti equivale a ciò che Gutenberg è stato per la stampa, opinione che non posso che condividere pensando a come abbia stravolto le nostre vite.
Ciò che rende vincente è la filosofia di questa grande società, l'essere veramente moderna e capace, dopo l'invenzione del miglior motore di ricerca, di cavalcare il progresso e di farsene promotore sotto molti punti di vista, anche attraverso tante attività parallele come quelle raccontate nel video che ho pubblicato tempo fa o come l'idea lanciata oggi, piccole e grandi idee che ci fanno rendere Google e il suo mondo spesso sulle nostre corde, nonostante si tratti sempre di un'azienda quotata in borsa.
Vi lascio consigliandovi la lettura quest'articolo da Scene digitali, il blog di Zambardino su Repubblica.it, e con una citazione da questo.
"Noi lavoriamo e lo facciamo sul computer attraverso un browser. Poi abbiamo bisogno di informarci, e molti di noi lo fanno attraverso il web. Sul web si sposta sempre di più l’energia e il denaro dell’industria pubblicitaria che cerca nell’esperienza dell’uomo-utilizzatore della rete la chiave per raggiungere fette di pubblico nuovo, che la tv o i giornali non permettono di toccare o raggiungono male."
Allora qual'è l'obiettivo di Google? "L'obiettivo? Catturare tutto il tempo di vita degli utenti, tutta l’attenzione che oggi si disperde tra un giornale e il computer, tra la radio e il computer, e all’interno della rete, tra una ricerca su Google e un programma microsoft per guardare i risultati della ricerca stessa."

P.s. Oggi ho scoperto una nuova funzionalità su Google Reader che da domani credo di sfruttare sul blog, abbandonando la sezione degli articoli condivisi, che credo non abbia avuto molto successo.

mercoledì 24 settembre 2008

L'eleganza del riccio

Può la bellezza schiudersi soltanto a chi la sa osservare? Possono le barriere culturali renderci incapaci di cogliere l'eleganza, la saggezza e la stessa cultura di chi giornalmente incontriamo? Quanto gli stereotipi condizionano le nostre opinioni? Quanto le paure condizionano le nostre vite?
Sono tante le domande che affiorano da un libro intenso come “L'eleganza del Riccio”, un libro che abbandono a malincuore. Nonostante all'inizio lo trovassi presuntuoso nell'ostentare le riflessioni filosofiche e l'elevatezza culturale dello scrittore e cosi riuscissi a scorrere lentamente le pagine, alla fine mi sono trovato a divorare le ultime duecento pagine in pochi giorni.
Un condominio della Parigi più abbiente, le vite dei suoi inquilini e tra di esse due anime gemelle, una portinaia silenziosa e composta nel suo ruolo ed una malinconica, triste, sagace e geniale bimba di dodici anni, con due segreti ad animarle e a legarle casualmente, un giorno.
Un elogio continuo alla bellezza, ecco cosa sono le pagine di questo libro. Alla ricerca della bellezza più nascosta.

Stasera, ripensandoci, con il cuore e lo stomaco in subbuglio, mi dico che forse la vita è cosi: molta disperazione, ma anche qualche istante di bellezza dove il tempo non è più lo stesso. E' come se le note musicali creassero una specie di parentesi temporale, una sospensione, un altrove in questo luogo, un sempre nel mai.

Ombra



La mia compagna.

martedì 23 settembre 2008

Prima di tutto la famiglia

Con ordine.
Giuliana Ilarda, figlia di Giovanni Ilarda, assessore alla Presidenza della Regione (il cosiddetto Brunetta di Sicilia), nominata dirigente per chiamata diretta dall’assessore ai Beni culturali, il cuffariano Antonello Antinoro con uno stipendio di 75mila euro.
Danila Misuraca, sorella di Dore Misuraca, nominata dirigente dall'assessore alla "famiglia" Francesco Scoma.
Antonella Scoma, sorella di Francesco Scoma (vedi sopra), assunta dall'assessore alla presidenza Giovanni Ilarda.
Il figlio di Diego Cammarata, assunto da una società partecipata dalla regione.
Perchè per la famiglia c'è sempre posto.

lunedì 22 settembre 2008

Un carro di buoi

A proposito di profumi, adesso ricordo di aver visto qualche settimana fa "Il Profumo - Storia di un assassino". Ora, io non ho letto il libro, del quale ho letto critiche entusiaste, ma credo di non aver mai visto un film cosi assurdamente inutile.
Se occorre invertarsi una storia di questo tipo per spiegarmi che tira più un ..... Ma dai!
Devo però ammettere che una delle scene finali è meravigliosa. Ecco, andate avanti con il tastino del telecomando e guardate soltanto quella.

The Brown Corporation

Su Internet si possono incontrare tante idee imprenditoriali originali, ma credo che nessuna potrà superare mai questa. Peccato non averci pensato prima!

Friuli doc. Come sospettavo....

Per fortuna non esiste per il gusto, per gli odori, nessuna macchina in grado di riprodurne le sensazioni del momento. Grazie al cielo ci è permesso ancora sentir riaffiorare ricordi passando distrattamente dinnanzi ad un angolo di strada e scorgendo un profumo che ci sembra di riconoscere.
Il potere evocativo dei profumi è una delle particelle di purezza oramai rimaste. Potranno esistere essenze in grado di riprodurne scientificamente ogni minima molecola, ma non saranno mai in grado di riprodurne la mescolanza ineffabile e irriproducibile che ad esempio ci ricorda momenti della nostra infanzia.
Di profumi, in questo fine settimana, ne sono stato impregnato. Il Friuli Doc è stata un'esperienza sensoriale intensa, i profumi erano in grado di trasportarti da uno stand all'altro passando da tori arrostiti al frico, curiosa mescolanza di formaggi e patate a formare una sorta di frittella, per poi assaggiare torte di mirtilli, strudel, krapfen, frittelle di mele, maiali, carne al metro, salsicce, San Daniele in una lista davvero infinita. Il tutto alternato da vini di tutti i tipi. Sembrerei quasi ingaggiato dalla proloco locale, ma nonostante la mia fama di amante della cucina (diciamo pure di "manciataru"), raramente avevo visto una città cosi piena di sapori.
Se poi a questo aggiungi gli strani e casuali incontri che possono accadere quando il vino scorre a fiumi.... puoi avere il quadro completo di una festa quasi sconosciuta ma in cui non vedo l'ora di tornare, se sarà possibile, l'anno prossimo.
Qui le foto.

giovedì 18 settembre 2008

Con la sua vespa andava

Ci vuole follia a questo mondo per pensare di rinsavire.
E Giorgio Bettinelli ne aveva tanta. Pensare di attraversare il mondo su quelle due ruote è un impresa da matti. Andò dall'Alaska alla Terra del Fuoco, da Melbourne a Città del Capo e poi dal Cile alla Tasmania, attraversando Americhe, Siberia, Europa, Africa, Asia e Oceania. E raccogliendone le suggestioni nei suoi diari che ha regalato poi a noi sognatori assennati. Io l'ho scoperto ai tempi dell'acquisto della mia Vespa, quando il suo libro mi fu regalato da Silvia. Erano racconti semplici, in cui sentivi il sapore dell'asfalto, della terra bruciata. Il sapore della strada, in cui tutto il resto poteva risultare inutile.
La foto quassù l'ho scattata la scorsa primavera a Palermo in occasione di un raduno di Vespe. Una delle tante usate nei suoi viaggi e ora depositate nel museo Piaggio di Pontedera.
Ogni adesivo raccontava una storia, un paese, centinaia di incontri ad abbracciare il mondo intero. Un mondo adesso con un sognatore in più da ricordare.

Tramonto a sei corsie

Un evidente vantaggio

E' davvero inspiegabile vedere i risultati dei sondaggi. Evidentemente ci hanno lobomotizzati tutti.
Da leggere quest'articolo di Repubblica :
"Quando la politica diventa un format"

mercoledì 17 settembre 2008

Agrodolce

Ho voluto aspettare qualche giorno prima di commentare le puntate di Agrodolce, la nuova soap di RaiTre o, come ama definirla Minoli il nuovo racconto popolare siciliano.
Nata grazie ai Fondi Europei (Strutturali) messi a disposizione per iniziative industriali e all'impegno di numerosi enti, primo tra i quali la Regione Sicilia merita senz'altro l'attenzione dei più attenti.
Il progetto è piuttosto ambizioso ponendosi l'obiettivo di creare un'occupazione mirata nel campo dello spettacolo creando nuove professionalità, promuovere il turismo della nostra Isola e creare dei veri e propri studios nella piana d'Imera. Obiettivi senz'altro apprezzabili.
Partendo da questi presupposti, apprezzando Minoli e i suoi programmi e scorgendo tra gli autori Roberto Alajmo (uno dei migliori scrittori palermitani degli ultimi anni, e di cui spesso ho parlato) ho annullato snobismi e ho voluto guardare a quest'"opera".
Steoritipi e limiti della serialità della fiction non mancano, e non si può dar torto completamente ad Aldo Grasso che, in una famosa polemica con Minoli, ne parlò come una storia di portineria tale da aumentare ulteriormente le differenze culturali in Italia.
Ma mi voglio consentire una riflessione.
Nonostante tutti i difetti riscontrabili in fin dei conti il prodotto non mi sembra cosi sgradevole e si lascia anzi guardare anche con un leggerezza. Le storie sono semplici ma lasciano intravedere messaggi di riscatto e di speranza molto simili a quelli, molto più reali, con cui si confronta Palermo ogni giorno.
Nonostante ciò mi permetto di dissentire da un critico di tale levatura nella constatazione sostentendo che a voler far cultura alta si rischia di coltivare soltanto il proprio orto.
Se si vogliono elevare "le masse", principio auspicabile per il servizio pubblico, devi prendere il pubblico li dove si trova e trascinarlo verso l'alto, invece di chiuderti nelle proiezioni di cinema d'essai. Se Agrodolce riuscisse in questo semplice scopo sarebbe già un gran risultato. Lost, Six Feet Under e via dicendo sono grandi telefilm, lontani spesso dalla mediocrità delle produzioni italiane, ma basterebbe guardare l'audience per capire quanto siano apprezzati soltanto da una nicchia. Da tempo ho la sensazione che molto di cui si parla sia autoreferenziale, giornali, blog, politica, parlano a se stessi non riuscendo a coinvolgere una persona in più. Avremmo invece bisogno di gente con la capacità di tirar per i capelli chi sta in basso, per poi far comprendere la bellezza di una pellicola, di un editoriale, di un quadro.
Non è obiettivo da nulla, e senza dubbio stare con le mani in mano è senz'altro più fruttuoso e ti rende esente da critica. Ma questa non è infatti terra che può dar spazio agli schizzinosi. Soldi che altrimenti sarebbero spariti sono stati investiti in un modo facilmente giudicabile ogni sera, alcuni avranno possibilità di trovar lavoro e se tutto va bene qualche turista in più arriverà su quest'isola.
Francamente, mi sembra meglio che guardare il carro passare.

P.s. Da leggere anche sulla polemica nell'utilizzo di fondi pubblici sul forum di Roberto Alajmo.
P.p.s. Per gli intellettuali poi sta pure per uscire "The Palermo Shooting" di Wim Wenders. Ci saranno le sale piene, immagino.

Etilico

Sto già organizzandomi per questo fine settimana Udinese. Ho preso i biglietti per il treno. E poi questo fine settimana ci sarà anche questa cosa qui chiamata Friuli doc.
Fiumi di vino per i viali di Udine, gluck!

Cascate di post-it


EepyBird's Sticky Note experiment from Eepybird on Vimeo.

C'è gente davvero geniale a questo mondo (e sono gli stessi del famoso video CocaCola-Mentos di cui mi posso vantare di essere un emulatore!)

martedì 16 settembre 2008

In honour of Richard Wright

Il sogno di vederli insieme è oramai irrealizzabile. Rick Wright, tastierista dei Pink Floyd è morto.
In altri tempi saresti rimasto nella tua camera a ricordare quando li mettevi nel tuo walkman da imberbe adolescente. Adesso puoi anche condividerne i pensieri con altri, leggendo pezzi come questo.

lunedì 15 settembre 2008

Teoria della Sicilia

“Là dove domina l’elemento insulare è impossibile salvarsi. Ogni isola attende impaziente di inabissarsi. Una teoria dell’isola è segnata da questa certezza. Un’isola può sempre sparire. Entità talattica, essa si sorregge sui flutti, sull’instabile. Per ogni isola vale la metafora della nave: vi incombe il naufragio. Il sentimento insulare è un oscuro impulso verso l’estinzione. L’angoscia dello stare in un’isola come modo di vivere rivela l’impossibilità di sfuggirvi come sentimento primordiale. La volontà di sparire è l’essenza esoterica della Sicilia. Poiché ogni isolano non avrebbe voluto nascere, egli vive come chi non vorrebbe vivere: la storia gli passa accanto con i suoi odiosi rumori ma dietro il tumulto dell’apparenza si cela una quiete profonda. Vanità delle vanità è ogni storia. La presenza della catastrofe nell’anima siciliana si esprime nei suoi ideali vegetali, nel suo taedium storico, fattispecie del nirvana.
La Sicilia esiste solo come fenomeno estetico.
Solo nel momento felice dell’arte quest’isola è vera”
di Manlio Sgalambro (si, l'amichetto di Battiato).

Fuori i maglioni. 13° Oggi.

Mi a preso proprio di spalle il freddo di questi giorni.
Avevo ancora la vaga idea dell'estate appena passata ed invece ho dovuto velocemente rimediare
correndo a Parma a recuperare giubbotti, maglioni e sciarpe.
Sono saltate cosi le occasioni per "sbraccare" a Monza e vedere il trionfo di questo giovinetto, ma di notti bagnate come quelle di due giorni fa ne ho vissute un pò troppe per capire quando è il caso di evitarle.
Intanto trovo poche occasioni per scrivere qui, ma la fase di ambientamento alla vita nuova richiede un periodo di transizione, qualche scossa di assestamento ancora.

Dai Gesù, apri un blog!

Leggete questo bel post letto su Macchianera.

venerdì 12 settembre 2008

Sapore di sale 2008

E' il rito di quasi ogni estate buttarsi da quel trampolino naturale, in uno dei posti più belli e, per fortuna, meno noti di Cefalù. Non so se il video (girato e montato da Teresa con la sua fotocamera in assetto subacqueo) da l'idea, ma arrivati lassù tremano ogni volta le gambe e si aspettano minuti prima di trovare il coraggio di buttarsi. Aaah!



Grazie Tere per le foto. Non mi ero mai visto da questa prospettiva

E se non lo capisce lei

“Non comprendo chi vende il proprio corpo per trarne profitto” Mara Carfagna, ministro della Repubblica (conferenza stampa).
Basterebbe farsi un giro su Google digitando il suo nome.

giovedì 11 settembre 2008

Paz!


di Andrea Pazienza

Son pieno d’amore
per
gli altri,
son pieno
d’amore
e il mio amore
è un fluido
magnetico
passato al setaccio.
Il mio
amore per gli
altri è vero.
E nel mio
amore vero
c’è tutto
c’è l’odio.
Un pizzico d’odio
non guasta
l’amore
perfetto.
E il mio amore
perfetto è un mare
con un po’
d’odio dentro,
granelli
di sabbia.
E il mio amore
è un fluido
magnetico passato
al
setaccio.

Vai Girandengo!

Era tra i buoni propositi per settembre, mese da sempre dei nuovi obiettivi, delle nuove partenze.
E cosi mi sono armato di buona volontà e da stamattina ho preso ad andare a lavoro in bici. Sono venti minuti vissuti molto pericolosamente, com'è la vita in Italia di tutti coloro che si avventurano nell'uso della bici, cercando di non fare semplicemente cicloturismo.
Non so quanto potrà durare visto che non avrò intenzione di rischiare la vita in quel pezzo di strada senza pista ciclabile quando le giornate si accorceranno. Intanto cercherò di ricordare come diamine fanno i ciclisti a stare su quei sellini, dovrò farmi venire i calli!??

P.s. Ah, un'altra buona abitudine l'ho presa. Non si comprano più bottiglie d'acqua, direttamente dal rubinetto, visto che qui non è cosi male. Milioni di bottigliette in meno nel mondo, et voilà!
P.s.2 Se riusciamo (Con Ale) metteremo presto a disposizione del materiale molto interessante per tutti i ciclisti siculi all'ascolto.

mercoledì 10 settembre 2008

Sull'importanza degli obiettivi chiari

Ma dai, è già passata una settimana, mi dico.

E mi sembra già di essermi buttato alle spalle buona parte delle paure che fino a qualche mese fa toglievano serenità alle mie giornate. Scegliere il cambiamento credo sia stata la mossa giusta, nel periodo giusto. Non ho molti elementi per giudicare, ma se posso semplicemente basarmi sulle sensazioni, basterebbe fare il confronto del primo giorno di lavoro. Quando ho cominciato a lavorare in Cedacri ho subito avvertito che non sarei stato bene lì dentro, il silenzio dell'ufficio, l'accoglienza, la poca disponibilità nell'addestrarmi alle mie mansioni da subito avevano già dato i loro segnali, e per questo uscito da li dentro ero quasi disperato. Disperato forse è un'esagerazione, ma avevo da poco cambiato un lavoro che non mi soddisfaceva e partivo pieno di buoni propositi. Poi con il tempo le sensazioni si sono trasformate in fatti e l'insofferenza si è trasportata per l'intero anno, nonostante i legami che nel tempo si sono creati in ufficio. Alla fine mi ero anche abituato all'uso comune, riuscivo a far passare il mio tempo in quelle mansioni, ma non pensavo di aver poter durare a lungo. Il lavoro era noioso e di routine, gli stimoli erano infimi e le opportunità di crescita che intravedevo molto molto basse. Le giornate trascorrevano cosi molto lente, mentre la mia mente cercava una via di scampo reale. Potevo anche rassegnarmi ad un lavoro che non mi soddisfaceva e che comunque mi permetteva di vivere da solo, ma non poteva bastarmi. Avevo, ed ho, la necessità di pormi degli obiettivi continui ed ho la consapevolezza che l'abitudine a poco a poco sia più letale di un colpo di cannone. Non volevo questo.

Capii allora che fino a quel momento ero stato vittima di scelte casuali, votate alla mancanza di un chiaro obiettivo a cui mirare. Avevo cominciato a lavorare con la consapevolezza della difficoltà attuali del mondo del lavoro, per cui avevo accettato tra le varie offerte quella che sembrava migliore. Mi ero accorto ben presto che non era quello che volevo fare e, cambiando, speravo di trovare qualcosa di più interessante, mirando però ad un bersaglio ad occhi chiusi. Come potevo pensare di fare centro?

Penso sia tutto cambiato nel momento in cui ho scelto di re-impossessarmi delle mie decisioni, di riprendere io ad essere l'autista di questo tram, e smetterla di essere un passeggero distratto. Cominciai cosi ad individuare il campo d'azione in cui muovermi, anche con fallimenti continui dettati dall'insicurezza nello scegliere la giusta strada, ma ciò nonostante mi ero rimesso in cammino. In quel periodo mi sono messo in contatto con professori universitari e dottorandi, li ho incontrati nei loro uffici a Parma come a Milano, ho ascoltato i loro suggerimenti e così ho cercato di mettere a fuoco il bersaglio a cui puntare. Avere obiettivi chiari rende tutto più facile, non era questo uno degli insegnamenti di Randy Pausch? Non è mai stato semplice per me prendere decisioni, vorrei tante volte afferrare il mondo intero e per questo forse, in passato, era stato cosi difficile. Non ho mai amato molto quelli cosi sicuri dei propri obiettivi, cosi sicuri nelle proprie convinzioni. Ma per me non poteva più essere cosi.

Le conseguenze di questi miei pensieri poi si sono evolute piuttosto velocemente, e tutto ha cominciato a girare per il verso giusto, conducendomi in poco tempo a questa scelta. Il nuovo colloquio, la proposta di lavoro, la decisione di cambiare, l'estate e poi il nuovo inizio, di cui sono entusiasta come non mai dalla fine dell'università. Poi si vedrà, vedremo.

Lo so, la vita è fatta di momenti, momenti in cui tutto sembra cosi nero da non vederne l'uscita, e in cui tutto si complica continuamente. Momenti invece in cui semplici avvenimenti danno la sensazione di un'inversione di marcia e da quel momento tutto sembra girare come desideravi. Sono fasi, presumo come quelle della luna. Passano, lo so, se la Terra continua a girare in questo modo.


Harmaghedon

Chi sarà il primo ad essere risucchiato li dentro?

Via Ema, qui vi sono delle belle foto dell'acceleratore di particelle del Cern, mentre qui un bel pezzo trovato stamattina su Repubblica.

martedì 9 settembre 2008

Il mare si ribella



Non male questo spot, potrebbe sembrare una pubblicità progresso.

Citazioni dalle citazioni

Non ho letto molto quest'estate, e questo, mi sembra di averlo già detto.
Mi è capitato però di sfogliare vecchi giornali e di imbattermi in vecchi numeri di riviste.
In una di queste, ho letto una citazione fatta da Umberto Eco, e tratta da "La democrazia in America", un libro scritto ben 173 anni fa. Aveva visto lungo quest'Alexis de Toqueville:

"Può tuttavia accadere che un gusto eccessivo per i beni materiali porti gli uomini a mettersi nelle mani del primo padrone che si presenti loro. In effetti, nella vita di ogni popolo democratico, vi è un passaggio assai pericoloso. Quando il gusto per il benessere materiale si sviluppa più rapidamente della civiltà e dell'abitudine alla libertà, arriva un momento in cui gli uomini si lasciano trascinare e quasi perdono la testa alla vista dei beni che stanno per conquistare.
Preoccupati solo di fare fortuna, non riescono a cogliere lo stretto legame che unisce il benessere di ciascuno alla prosperità di tutti. In casi del genere, non sarà neanche necessario strappare loro i diritti di cui godono: saranno loro stessi a privarsene volentieri... Se un individuo abile e ambizioso riesce a impadronirsi del potere in un simile momento critico, troverà la strada aperta a qualsivoglia sopruso. Basterà che si preoccupi per un po' di curare gli interessi materiali e nessuno lo chiamerà a rispondere del resto. Che garantisca l'ordine anzitutto! Una nazione che chieda al suo governo il solo mantenimento dell'ordine è già schiava in fondo al cuore, schiava del suo benessere e da un momento all'altro può presentarsi l'uomo destinato ad asservirla. Quando la gran massa dei cittadini vuole occuparsi solo dei propri affari privati i più piccoli partiti possono impadronirsi del potere.
Non è raro allora vedere sulla vasta scena del mondo delle moltitudini rappresentate da pochi uomini che parlano in nome di una folla assente o disattenta, che agiscono in mezzo all'universale immobilità disponendo a capriccio di ogni cosa: cambiando leggi e tiranneggiando a loro piacimento sui costumi; tanto che non si può fare a meno di rimanere stupefatti nel vedere in che mani indegne e deboli possa cadere un grande popolo".

lunedì 8 settembre 2008

Tasti neri

Le parole si inseguono quando comincio a battere le dita su questi tasti neri, un'istante prima non so quale sarà la parola successiva nel discorso che vorrei enunciare. Come se venissi risucchiato da un vortice in cui è chiaro soltanto il punto di arrivo ma del quale non posso conoscere il percorso. E cosi che prende forma un racconto, e cosi che si formano frasi, proposizioni, teoremi. Non siamo noi a scriverle ma una forza a dettarcele, siamo solo strumenti in mano a storie che hanno necessità di essere raccontate. A volte capita di essere rapiti ed è in questi attimi che scopro il piacere che mi procura scrivere quando mi trovo in silenzio, da solo, e mi fa venir voglia di continuare a scrivere.

Apprezzo adesso molto più gli scrittori e la loro arte, che ritengo magica, proprio per quella forza che si impossessa delle mani rendendo il lettore parte della sua storia, e mi viene da pensare a quanta fatica possa esserci racchiusa in un libro che verrà divorato in pochi giorni, o forse, per i più bulimici, in poche ore. Penso alla ricerca della parola giusta, lontana dalla mia approssimazione, e penso che io mai e poi mai riuscirei in un opera cosi superba.


Aria di revisionismo

Ma cos’è stato il fascismo in Italia? Qualcuno ha il coraggio di ricordarlo in maniera positiva, e sono di queste ore le dichiarazioni del Sindaco di Roma, Alemanno, che dichiara quanto non possa essere definito male assoluto il Fascismo in Italia, o di La Russa ad inneggiare la Repubblica di Salò. Chi parla non si può suffragare il diritto di conoscere quanto successo in tempi in cui neanche mio padre era nato, ed questo forse è il vero limite che nessuno potrà colmare alla nostra generazione, quello di non aver vissuto quel periodo e di non sapere cosa realmente è stato. Corre cosi il rischio di alimentare dei miti e di vederli riproposti con maggior forza proprio adesso in cui molti simpatizzanti sono seduti ai posti di massimo potere, ed in cui le grandi memorie di questo paese sono troppo anziane, o oramai scomparse (penso a Biagi, Montanelli etc..), per poter controbattere con forza questo nascente spirito autoritaristico. Sarà forse anche figlio del permissivismo intravisto negli anni passati, ma si ha la sensazione che si abbia nostalgia del bastone, dell’autorità imposta dall’alto, della stretta formalità contrapposta alla piena consapevolezza delle proprie scelte. Ed è per questo che occorrerebbe esercitare il dovere alla memoria, non ci si dovrebbe stancare di conoscere, leggere, ascoltare i vecchi e far proprie quelle storie di sopraffazione e di miseria.
Alle elementari, nella mia classe c’era il maestro Tramuta ha raccontarci di quanto fosse grande il fascismo, quanto di buono avesse fatto per la Sicilia e per l’Italia intera, e noi, scolaretti ad ascoltarlo in silenzio.
I suoi modi erano rimasti ancorati a quelle tradizioni e, sebbene le bacchettate non fossero più permesse, capitò più d’una volta sentirlo ripreso dalla direttrice per qualche ceffone ad un alunno un po’ troppo allegro. I genitori conoscevano queste sue peculiarità, e come contraltare ci mettevano in guardia, e forse anche per questo le parole del maestro passavano con un adeguato distacco. In realtà per il resto era un ottimo maestro, il primo forse a farmi amare la matematica, mettendoci in competizione nell’inventare problemi enormi la cui difficoltà era misurata dal numero di operazioni da eseguire. Per le lezioni di storia, invece, si sapeva bene che le sue erano velleità di un nostalgico, e per tali dovevano venire prese da tutti. Che ricordi era un atteggiamento comune questo, forse perchè ancora nelle famiglie era viva la memoria di quei tempi. In casa mia mio nonno raccontava spesso le difficoltà che incontrò nel trovare lavoro durante il fascismo per la sua fama di comunista immortalata in una foto di gruppo dinnanzi al municipio di San Mauro. E cosi sono sicuro che in ogni famiglia c'erano storie tali da ricordare quei tempi di porte aperte e propaganda. Ma adesso che sono le cariche più alte a rivedere la storia ad uso proprio, siamo cosi convinti che l'atteggiamento sarebbe lo stesso?

Salento 12



I racconti di viaggio sono tra i più difficili. C'è sempre un tassello mancante, e per quanto ti possa sforzare di raccontare i dettagli ci sarà sempre qualcosa in grado di sfuggirti e di non raccontare a pieno tutto quanto. Sarebbe meglio raccogliere tutto in un diario, ma si dovrebbe avere l'accortezza di farlo in movimento, togliendo tempo alle emozioni del momento. Io non penso di esserne in grado, e per questo preferisco raccontare attraverso fotografie, attimi capaci di evocare, forse soltanto a chi era presente le emozioni di ogni momento.Qui le foto del Salento.

venerdì 5 settembre 2008

Stretto tra pensieri

Mi piace questa foto, forse perchè mi ricorda molte mie foto. E' stata scattata da Silvia a Reggio Calabria, come dire, faccio proseliti nello "stile" :-)

giovedì 4 settembre 2008

Politica e vita privata

Anche da noi, ormai è chiaro, la vita privata è strettamente legata alla vita politica dei nostri governanti, entrati a pieno titolo nelle cronache di "Novella Duemila", trasformando lentamente tutti noi in elettori-spettatori di un nuovo reality.
E' un andazzo comune ovunque oramai e, per quanto spesso ci possiamo trovare a celebrare le altre democrazie occidentali, altrove si toccano punte forse più disdicevoli.

da un articolo di Mario Calabresi, Repubblica.it.

"La politica americana ha bisogno di mettere tutto sul palcoscenico, niente viene risparmiato, neanche i bambini, come hanno insegnato Michelle e Barack Obama che hanno trasformato le figlie in due attrici consumate.

Ma ieri sera sul palco e in tribuna per tutta la sera c'era anche Trig, che ha poco più di quattro mesi e che, come ha raccontato mamma Sarah [ndr. Sarah Palin, la candidata vicepresidente dei Repubblicani], è affetto dalla sindrome di Down ed è nato perché lei ha rifiutato l'aborto. Quando la governatrice lo ha citato il padre senza battere ciglio lo ha sollevato, poi gli ha alzato il braccio per salutare la platea. Lui inconsapevole ha continuato a dormire. "

Corso di recupero

Sto cercando di rileggere, negli sprazzi di pausa, ciò che mi sono perso quest'estate sui miei blog preferiti.
Tra i più interessanti, come sempre, i post al vetriolo di "Piovono Rane", alcuni dei quali ho messo in condivisione qui di fianco, e che comunque potete leggere anche in questa pagina. Gettano luce su fatti che ignoravo totalmente, quale la pratica delle grandi case di moda nel fare indossare a bambini del Terzo (quarto o quinto) Mondo gli abiti delle loro griffe.
Nessuno stupore?

mercoledì 3 settembre 2008

Friuli, Udinese-Palermo 3-1

Riavvolgendo la pellicola, l'immagine più nitida non può che essere quella più recente.
Come detto, quest'ultimo finesettimana d'agosto l'ho trascorso ad Udine, dove da quasi due mesi vive Silvia.
Evento clou, Udinese-Palermo, inaugurazione del campionato di Serie A. Avrei rinunciato anche, ma non di certo avendo a disposizione due biglietti omaggio in tribuna, gentilmente concessi da un medico dell'Udinese, conosciuto in questi mesi ad Udine per vie più o meno contorte. Non capita di certo tutti i giorni un'occasione cosi, tanto più che io, la tribuna l'ho sempre vista dalla curva, luogo d'elezione nel mio passato da abbonato. D'altronde, pagare 60 € per guardare una partita in sedioline altrettanto scomode, meno euforiche, e soltanto meno bagnate, mi è sempre sembrata un'assurdità.
Tornando comunque ai fatti, avrei immaginato tutto, ma mai tanta bellezza nel vedere una partita di futbol allo stadio. L'atmosfera già fuori dallo stadio era tranquillamente euforica, i soliti gazebi, i soliti panini e patatine, sciarpe, gente in rigoroso ordine passeggiare per i viali avviandosi verso quello stadio che mi è sembrato tra i più belli, nonostante la sua semplicità, in cui sia stato (nel mio piccolo qualcuno l'ho visto).
La partita poi è stata quel che stata. Il Palermo in campo ha dato dimostrazione il valore già ipotizzato, con quell'attacco cosi leggero, inconsistente e privo di idee, la difesa ancora da registrare (vedi Balzaretti in primo luogo) e nonostante un centrocampo che fa ben sperare (Liverani ci voleva come il pane). Ma si sa al Palermo manca sempre qualcosa, un anno l'attacco (vedi Caracciolo), un anno il portiere (vedi due anni fa), un altro la difesa (Barzagli con la testa chissà dove, insieme all'allegra brigata) ed il centrocampo orfano di Corini. Quest'anno, ciclicamente è la volta dell'attacco.
Nonostante questo ho scoperto una tifoseria che venera Totò Di Natale (e come non potrebbe viste le due magie regalateci), un Inler strepitoso (ma dove lo hanno trovato) due vecchiette dietro di me sbraitanti contro l'arbitro come due ultras, condividendo animatamente opinioni con tifoseria al mio fianco (tutto ok, tranne un'idiota con poco spirito), la bellezza di vedere dalla tribuna chiedendo notizie sul mercato a Carlo Brandaleone, salutando Pietro Grasso e condividendo la tristezza per la sconfitta, gridando a Miccichè (n.d.r. il vicepresidente del Palermo) di spendere due soldi per un attaccante, e guardando una partita in un clima che troppo spesso viene auspicato, ma che mi sembra che ad Udine abbiano raggiunto. Ed aspettando infine in tranquillità uscire i giocatori dallo stadio con i loro Suv, le Smart (mitico Quagliarella) o più semplicemente il loro trolley, senza isterismi che avrei immaginato ovunque. Ma non qui.

Altre foto qui

Tragitti, itinerari, abitudini

Lasciando il vecchio lavoro e con esso Parma, la Pianura Padana, l'ultimo anno e mezzo di vita, mi capitò di pensare a tutti i percorsi che ho ritenuto abituali per un lungo periodo e che poi, di colpo, per variazioni più o meno percettibili, sono svaniti.
La memoria va esercitata e va anche aiutata, se è il caso.
Pensando a tutto questo, è nato questo video, una mattina di fine luglio, la penultima in Cedacri, con la fotocamera piantata sul cruscotto della macchina. Il risultato è quello che è, nato in un attimo di minimo sforzo quest'estate.

Il mio gemello

martedì 2 settembre 2008

Agosto 2008

E' stato il mese di Agosto più lungo che possa ricordare, ho ancora i piedi raggrinziti dall'acqua del mare, gli occhi ancora più socchiusi dal sole in faccia.
Non saprei da dove cominciare nel raccontare ciò che ho fatto, il nastro è lento a riavvolgersi e molto confuso.

Dell'estate ho amato la mia mente libera da pensieri,
i pomeriggi in casa con il sudoko che non tornava,
i pranzi affollati in quella casa sempre più stretta,
le serate in cui la mezzanotte non arrivava mai,
ma poi, di colpo, ti trovavi ancora alle quattro seduto al bar,
la notte rock e, soprattutto l'Ypsigrock con Riccardo per la prima volta,
l'essere cosi agevolmente sconnesso da Internet e non sertirne per niente la mancanza,
l'attesa per il 13 Agosto e le giornate gelesi,
la scala dei Turchi,
il viaggio di 8 ore in macchina per arrivare in Puglia,
la pizzica infinita,
l'ennesimo tuffo infinito alla Kalura,
le necessarie partite a beach volley quando il sole cercava di scomparire all'orizzonte nella spiaggia che è il mio paradiso,
la passeggiata per le Madonie,
gli incontri sempre troppo brevi con gli amici di una vita,
quelli che sanno di infinito quanto lo scoppiettare di una favilla,
i giornali inutilizzati lasciarsi riempire di salsedine,
e tutto quello che adesso dimentico ma che
continua a riempire di rumore i miei pensieri
adesso che, intorno a me, sento solo silenzio.

Le foto le sto ancora mettendo in ordine, se non avessi dimenticato il cavetto della fotocamera a Palermo, forse avrei già finito.

lunedì 1 settembre 2008

Come un twitter dal primo giorno

Sono da un paio di ore nel mio nuovo ufficio, aspettando per firmare il nuovo contratto di lavoro. L'ufficio è molto luminoso e dalla finestra qui davanti vedo un campo verde, una strada trafficata in lontananza con due tralicci dell'alta tensione ed in primo piano fa capolino l'occhio di un lampione. Non sembra male la vista a cui mi abituerò. In ufficio con me ci sono soltanto due persone, ma l'ambiente è collegato con gli altri uffici come a formare un unico ambiente. Mi sono stati consegnati già il badge e la chiavetta della macchinetta del caffè. Le impressioni iniziali sembrano positive, per quello che possono significare.

Per il momento non ho ancora la rete in casa, ma già stasera conto di fare un giro per vedere quale offerta attivare usando il cellulare umts come modem. Se avete qualche idea consigliatemi, io sono orientato per la Tim, visto il rapporto qualità/prezzo.
Intanto è arrivato il portatile nuovo, vado a sistemare la mia nuova postazione ;-)

Shinystat

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