"Io anelo alla mia terra, nella cui polvere si sono consunte le membra e le ossa dei miei. Ricordo la Sicilia, e il ricordo viene dal dolore che mi travaglia. Ma se fui bandito da un paradiso come posso io darne informazioni"

lunedì 12 aprile 2010

Giornate nigeriane

Giorno 5.

Non fate troppo caso all'odore che veniva fuori dai miei indumenti. E'
davvero insopportabile, lo ammetto.
Ma sono tornato appena qualche ora fa sulla nave principale e mi
sembra già di essere in un grand hotel, recuperando con la
forza del sapone una dimensione più evoluta.
Non ci pensi tantissimo quando sei appena tornato da un posto ficcato
dall'uomo con forza in mezzo all'oceano, le cui fondamenta scavano
fino
giù a 98 m sotto il livello del mare, e ti trovi in compagnia del tuo
team e di unico operatore, il nostro Venerdì, normalmente abitante
solitario
per tutto il suo turno di quest'ammasso di ferraglia. Non ci pensi
troppo, almeno per i primi due giorni, fin quando il tuo corpo non
comincia ad
esigere una dimensione meno estrema.
Con i barracudas lunghi almeno 70 centimetri, tonnetti pinna gialla e
miriadi di sardine e altri pesci sconosciuti che girano sotto ai tuoi
piedi
nel primo livello di questa struttura metallica, arruginita qui e li,
con l'olio ad ungere i passamani ed intorno esclusivamente mare, mare,
mare, in ogni
direzione, interrotta dalla luce delle piattaforme intorno a te, ti
rendi conto che quel luogo ed uno di quelli in cui soltanto in pochi
si sono trovati ad
essere. Tra tutti i luoghi del mondo quello che non si attendeva di
trovarsi tra i piedi un uomo a fare di quell'angolo sua proprietà.
E che l'essenzialità, virtù dimenticata, diventa esigenza con cui
convivere, quando il rancio arriva una volta al giorno, e ti trovi la
sera, seduto
su uno dei tanti gradini con lo sguardo fisso nell'oscurità, dopo una
giornata infinita e terribilmente sfrustrante di lavoro, ed il cielo
che non hai mai visto, con quelle latitudini.
E comunque, pensi che ne sia valsa la pena.

2 commenti:

Emanuele ha detto...

Che fantastica esperienza però. Sa di passato, sa di coraggio e freddo e difficoltà e brande. Magari ormai le piattaforme son meglio di certi alberghi ma da qui fuori è così che immagino un po' tutto.
Ciao,
Emanuele

Mauro Caruso ha detto...

Non era proprio un grande albergo, quella piattaforma li...era proprio come l'ho descritta. Invece tutt'altra storia qui dove sono adesso, mensa, snack ogni due ore, qualche volta, quando va, Internet e qualche altra comodita.Non e' un grand hotel ma insomma sembra di essere in unareggia al confronto.

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