"Io anelo alla mia terra, nella cui polvere si sono consunte le membra e le ossa dei miei. Ricordo la Sicilia, e il ricordo viene dal dolore che mi travaglia. Ma se fui bandito da un paradiso come posso io darne informazioni"

mercoledì 25 novembre 2009

Clichè

L'idea che Internet offra occasioni di dialogo anche tra posizioni opposte, permetta di maturare un opinione più completa su un argomento attraverso il dibattito, soffre di un peccato di presunzione.
La presunzione, o forse l'utopia, che chiunque si muova in questo mare abbia il desiderio di accettare il confronto.
Sempre più spesso vedo invece gente chiudersi a guscio sulle proprie certezze piuttosto che porsi all'ascolto di chi argomenta un'opinione distante dalla propria, vedo gente attaccare in maniera violenta, o abbandonare la discussione, quando essa tende a smuovere la terra sotto i propri piedi.
Questo perchè ascoltare gli altri è un esercizio che si impara fin da piccoli, e richiede una maturità ed una compostezza che non siamo abituati ad esercitare, e la rete non fa altro che amplificare questi nostri difetti.
Si tratta di una generalizzazione certo, ma se nelle nostre giornate tendiamo a circondarci di persone che la pensano come noi, che hanno magari la nostra stessa formazione, vivono nella nostra stessa realtà, che hanno idee simili alle nostre, siamo tentati nel riportare questo criterio all'interno dei social network, dei blog che frequentiamo. Vogliamo sempre più spesso una conferma in ciò che pensiamo, vogliamo sentirci dire di essere nel giusto, e sotto questo punto di vista la Rete offre tutte le possibili gamme di opportunità. Che tu sia Berlusconiano, AntiBerlusconiano, TeoCon, complottista, troverai sempre chi ti dirà di essere nel giusto.
Cosi, quando anche casualmente, qualcuno propone un argomento lontano dai nostri standard, perdiamo interesse o se decidiamo di affrontarlo siamo più portati allo scontro più che al dialogo.
Internet non fa che riproporre i modi che si ripropongono all'esterno e per questo, quando si parla di blogosfera molle, si dovrebbe piuttosto parlare di mollezza dei naviganti, e di un intera nazione troppo chiusa nelle proprie convinzioni per metterle in gioco.
Forse è perfino esagerato parlare di nazione, quando ancora soltanto il 10% della popolazione utilizza Internet per informarsi in maniera costruttiva, mentre ancora tutto il resto continua ad usarla per spedire mail, chattare o a vivere qualche social network soltanto come uno svago, senza ancora comprenderne a pieno le potenzialità.
Per cui, probabilmente, la situazione è perfino peggiore se perfino chi ne ha percepito le capacità ne fa un uso cosi sbandato. Quando ancora ci sarebbe da alfabetizzare un'intera nazione su questi temi.

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