"Io anelo alla mia terra, nella cui polvere si sono consunte le membra e le ossa dei miei. Ricordo la Sicilia, e il ricordo viene dal dolore che mi travaglia. Ma se fui bandito da un paradiso come posso io darne informazioni"

giovedì 22 aprile 2010

Nella prigione dorata

Sono ancora in Nigeria. Siamo sbarcati a terra giusto ieri mattina. Dall'elicottero alla jeep, e poi diretti in base. Saremmo dovuti rientrare in Italia già mercoledì ma i nostri passaporti sono fermi ad Abuja per il rinnovo del visto, tra un mese e mezzo sarò nuovamente qui.
I voli poi sono totalmente affollati dopo il caos aereo di questi giorni, ed anche volendo l'unico posto per il nostro biglietto open sarebbe per martedì prossimo. Il piano d'emergenza ci riporterà a casa invece domenica mattina con un volo port harcourt, lagos, Istanbul, Bologna, Milano. Praticamente interminabile. Comincio ad essere stanco, anche perché, finito il lavoro, ci si annoia e vien voglia di casa. Ieri praticamente il morale era a terra, come le nostre valigie.
Qui in base però si sta bene, se non pensassi a ciò che c'è fuori potrei pensare di essere in un villaggio vacanza. Piscina, centro relax, birra, drink e musica.
Fuori invece non si può neanche mettere il naso. Ci si muove soltanto scortati e il rischio di rapimenti è altissimo. La sera prima del nostro arrivo la base era circondata da militari per un mancato pagamento di tasse, e nessuno sarebbe neanche potuto entrare o uscire dalla base. Davvero un gran casino, davvero.



3 commenti:

Roberta ha detto...

Mi viene voglia di abbracciarti! :)

Emanuele ha detto...

Oh quando ho sentito dell'incendio su una piattaforma petrolifera ho pensato a te... fortunatamente è successo in Messico...!!!
Oggi son passato dalla tua scrivania! ;-)
Ciao,
Emanuele

Mauro Caruso ha detto...

Robi :-)


@Ema: per fortuna che ho saputo di questa notizia soltanto quando sono arrivato in Italia...
domani ci si vede a lavoro...arriverò con molta calma

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