Guardiamo con troppa benevolenza e con una certa invidia a ciò che avviene al di fuori dei nostri confini, territori in cui il diritto viene rispettato, in cui la macchina dello stato si muove con perfino troppa efficienza, in cui il rispetto per il bene comune è supremo.
Guardiamo ai giornali anglosassoni con una forma di adorazione, pagine in cui viene raccontata spesso la verità su ciò che da noi non si può più dire. Una sorta di coscienza esterna che di tanto in tanto ci indica la strada migliore da seguire.
C'è un eden intorno a noi, in cui potremmo metter piede in un attimo per quietare i nostri animi rattristati dai vizi Italici di cui ci dimostriamo stanchi.
Eppure un dubbio, in questi giorni, l'ho avuto, dopo aver letto questo articolo. Un dubbio sull'ampiezza delle vedute con cui dall'estero guardano noi, sulla capacità attribuita ai giornalisti stranieri di guardare ai fatti e non alle opinioni. Sulla possibilità insomma di raccontare la realtà abbandonando gli stereotipi per cui siamo apprezzati.
Chi legge questo piccolo blog sa quanto apprezzi il lavoro svolto da AddioPizzo in questi anni, stima confermata negli ultimi anni, da quando cioè persone a me molto vicine hanno cominciato a collaborare a quest'associazione.
Non molto tempo fa la richiesta di un intervista da parte del Sunday Times, rinomato inserto online del Times di Londra, non poteva che apparire come un'ottima opportunità per far conoscere il lavoro condotto in questi anni, e far comprendere oltre i confini quale fosse il seme di rinnovamento gettato a Palermo.
Un'intera giornata poi a contatto con il giornalista inglese
"These are just some examples of all the untruths reported in the article by the journalist Dan Mc Dougall.
Perchè fa giungere alla consapevolezza che forse l'unico modo per vendere l'immagine della Sicilia all'estero, anche per un giornale autorevole. sia quella di un territorio totalmente in mano alla criminalità, una zona selvaggia del mondo, esotica a suo modo, che conferma quell'immagine sedimentata da cinema, fiction e letteratura per un secolo e più.
Un luogo insomma a cui poter guardare per sentirsi fieri di vivere in un posto decisamente più civile.
Guardiamo ai giornali anglosassoni con una forma di adorazione, pagine in cui viene raccontata spesso la verità su ciò che da noi non si può più dire. Una sorta di coscienza esterna che di tanto in tanto ci indica la strada migliore da seguire.
C'è un eden intorno a noi, in cui potremmo metter piede in un attimo per quietare i nostri animi rattristati dai vizi Italici di cui ci dimostriamo stanchi.
Eppure un dubbio, in questi giorni, l'ho avuto, dopo aver letto questo articolo. Un dubbio sull'ampiezza delle vedute con cui dall'estero guardano noi, sulla capacità attribuita ai giornalisti stranieri di guardare ai fatti e non alle opinioni. Sulla possibilità insomma di raccontare la realtà abbandonando gli stereotipi per cui siamo apprezzati.
Chi legge questo piccolo blog sa quanto apprezzi il lavoro svolto da AddioPizzo in questi anni, stima confermata negli ultimi anni, da quando cioè persone a me molto vicine hanno cominciato a collaborare a quest'associazione.
Non molto tempo fa la richiesta di un intervista da parte del Sunday Times, rinomato inserto online del Times di Londra, non poteva che apparire come un'ottima opportunità per far conoscere il lavoro condotto in questi anni, e far comprendere oltre i confini quale fosse il seme di rinnovamento gettato a Palermo.
Un'intera giornata poi a contatto con il giornalista inglese
"These are just some examples of all the untruths reported in the article by the journalist Dan Mc Dougall.
- “Members of Addiopizzo receive constant death threats...”
I membri di AddioPizzo non hanno mai ricevuto minacce di morte. - “We don’t have the police on our side, as many of them are bought off by the Cosa Nostra”
Abbiamo avuto un grosso supporto dalla polizia che lavora con molta professionalità e senza di essi non avremmo ottenuto cosi tante denunce dai commercianti. - "Some of our members’ homes have been sent letter bombs. Our families are threatened...”
Nessuno dei soci ha mai ricevuto lettere bomba ne i nostri familiari sono stati mai minacciati.
- “Cervillera’s mission is personal. Her uncle, a police officer who refused to take mafia bribes, was killed by a car bomb. Her mother was also threatened”.
Lo zio di Lidia Cervillera non è nè stato ucciso dalla mafia nè fa parte delle forze dell'ordine, e sua madre non è mai stata minacciata. - “Chiara Capri, 23, the owner of a fashion store, handed out leaflets.- As a businesswoman I was a victim of extortion,- she admitted. The mafia had come to her boutique and demanded £360 a month. Their threats had reduced her mother to tears. […] They threatened to kidnap my nephews on their way back from school […] She contacted the police and two of the men are being prosecuted, although the entire family still live in fear of reprisals”.
Chiara è solo una volontaria che studia medicina e nè lei nè la sua famiglia hanno un negozio di vestiti. Lei non ha nipoti e ne lei ne la sua famiglia hanno ricevuto minacce."
Perchè fa giungere alla consapevolezza che forse l'unico modo per vendere l'immagine della Sicilia all'estero, anche per un giornale autorevole. sia quella di un territorio totalmente in mano alla criminalità, una zona selvaggia del mondo, esotica a suo modo, che conferma quell'immagine sedimentata da cinema, fiction e letteratura per un secolo e più.
Un luogo insomma a cui poter guardare per sentirsi fieri di vivere in un posto decisamente più civile.
4 commenti:
Tristemente vero quanto hai detto. All'estero amano ricordarci così e non hanno interesse nel guardarci con occhi diversi perché lo stereotipo attuale continua a vendere.
Ciao,
Emanuele
Caro Mao, un ottimo post che mi sono permesso di segnalare in giro.
saluti
marco
Grazie Marco!
O.T.: ho scritto un nuovo post in cui sono contenute alcune mie valutazioni sui commenti al precedente post "Servono a qualcosa i blog?" e se lo ritieni opportuno sei invitato a leggerlo ed eventualmente a commentarlo.
Ciao a presto.
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