L'altro ieri la Serracchiani con la simpatia di Franceschini, ieri Marino con la frase sul maniaco e sulla questione morale. Probabilmente vincerà alla fine chi ne sparerà meno, con minore probabilità quindi di sbagliare.
E' un gran peccato sentirli però darsele di santa ragione spostando l'attenzione dell'opinione pubblica da chi dovrebbero davvero controbattere.
A me sembra che si tratti del solito trucco, lanciare la pietra, vedersela tornare indietro, e poi far la parte della vittima del sistema che non lo vuole e che ha paura.
In realtà a me pare fin troppo ovvio che per partecipare ad una gara occorre seguire delle regole o quanto meno conoscerle.
E se lo statuto invoca all’art.9 comma 3, che:
3. Possono essere candidati e sottoscrivere le candidature a Segretario nazionale e componente dell’Assemblea nazionale solo gli iscritti in regola con i requisiti di iscrizione presenti nella relativa
Anagrafe alla data nella quale viene deliberata la convocazione delle elezioni.
Allora forse occorreva pensarci prima.
E se anche oggi volessi iscriverti al Pd dovresti sapere che l'iscrizione non è possibile in Sardegna, dove sei in vacanza. E' possibile soltanto nel luogo in cui risiedi, ed in alcuni casi particolari, nel luogo in cui lavori. E questo l'ho scoperto bene in questi giorni.
Se queste clausole fossero state rispettate nessun problema. Bastava poi avere il 15% degli iscritti al momento del congresso dalla propria parte per essere infine votato dagli elettori veri e propri. E vi ho già raccontato nei giorni scorsi quanto questo abbia procurato tremori anche in chi le proposte le faceva sul serio e qualcosa di più costruttivo sul rinnovamento la va dicendo.
Per cui non facciamoci prendere troppo dalle parole lanciate nel vuoto, magari con la frase populista che invoca a Berlinguer come unico pilastro della sinistra Italiana. Se non fosse stato per qualcuno dei nuovi non avrebbe neanche potuto pensare ad inserirsi in questa apertura democratica rappresentata dalle primarie.
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