"Io anelo alla mia terra, nella cui polvere si sono consunte le membra e le ossa dei miei. Ricordo la Sicilia, e il ricordo viene dal dolore che mi travaglia. Ma se fui bandito da un paradiso come posso io darne informazioni"

giovedì 1 maggio 2008

Cappotto di Legno

Ci vuol un bel fegato a vivere pensando che potresti essere ammazzato in qualsiasi istante, a vivere segregato lontano dal mondo che desideresti vedere soltanto più pulito. 
Vivere costretto a rinunciare a tutto ciò che dovrebbe essere "normale" per vivere da latitante, confondere la tua vita con quella dei tuoi nemici in un eterna caccia tra guardie e ladri in cui le parti si confondono e si invertono miseramente. 
E riuscire a raccontare la tua morte in una canzone dal titolo cosi evocativo, quel cappotto di legno a cui può essere destinato continuando su questa strada, e raccontare senza paura le tue angoscie. 
L'ho sentita un paio di giorni fa a B-side, sapevo della presentazione nella trasmissione di Bertallot, e cosi sintonizzando la radio su quelle frequenze ho sentito quelle note cosi crude in quella commistione tra musica classica e rap che volevo anche voi conosceste. 
Per chi già conosce Saviano e chi dovrebbe leggere il suo libro. 


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