"Io anelo alla mia terra, nella cui polvere si sono consunte le membra e le ossa dei miei. Ricordo la Sicilia, e il ricordo viene dal dolore che mi travaglia. Ma se fui bandito da un paradiso come posso io darne informazioni"

domenica 16 marzo 2008

Il tasto RESET

Bisogna dire che, a parte qualche languore nostalgico, la memoria degli abitanti della Città funziona ad intermittenza. Succedono spesso dei cortocircuiti fra memoria a breve e a lungo termine. Certe volte si dimenticano fatti appena accaduti e che pure hanno suscitato un’estrema indignazione. Probabilmente gli abitanti della Città devono avere da qualche parte, nel cervello, un tasto reset. Come i computer. Un tasto che inavvertitamente premono prima di ogni turno elettorale e cancella completamente la memoria del disco fisso. Solo così si può spiegare il fatto che nella loro mente ogni volta non rimane traccia delle promesse fatte e delle delusioni subite; solo così si può spiegare lo spensierato autolesionismo che da sempre li caratterizza al momento di andare alle urne.

Per completezza il tasto reset va pressato una seconda volta dopo essere usciti dal seggio elettorale.Perciò gli abitanti della Città quasi mai ricordano per chi hanno votato l’ultima volta. E dunque si sentono pienamente autorizzati a mugugnare ogni volta che in un quartiere salta il turno di distribuzione dell’acqua. Ecco perché a proposito della mancanza di lavoro fioccano le indignazioni al bar, nei negozi, nelle portinerie; e sono indignazioni sanguinarie, che paiono dover sfociare da un giorno all’altro in una nuova rivolta dei Vespri.

Non bisogna dimenticare che però la rivolta dei Vespri venne scatenata non da una delle innumerevoli vessazioni subite dagli abitanti della Città attraverso i secoli, ma da una singola insolenza rivolta all’onore di una donna. I francesi opprimevano, tartassavano, angariavano così come prima e dopo di loro avevano fatto punici, greci, romani, bizantini , arabi, normanni, svevi, aragonesi, borbonici e chissà quanti altri. Ma l’evento che fece saltare il tappo della rassegnazione con tanta virulenza fu una parola di troppo rivolta a una signora. Questo dovrebbe indurre a riflettere sulla scala di valori che presiede alla collera degli abitanti della Città.

Quando manca l’acqua, quando non viene rinnovato il contratto a una delle molte sigle dei lavoratori precari scattano subito blocchi stradali, con un sovraccarico di furia collettiva da far spavento []. Tu, viaggiatore ingenuo, immaginerai che alle prossime elezioni degli scalmanati daranno una lezione ai politici che li hanno cosi malamente ingannati. Si ricorderanno che chi è chiamato a gestire l’emergenza idrica e occupazionale è la stessa persona che quelle emergenze ha contribuito a creare. Dice il proverbio: nessuno è talmente ignorante da non sapere se una scarpa gli sta stretta o meno. Ma la coscienza politica è falsata: non sarà cosi perché gli abitanti della Città non riescono a collegare le elezioni a quello che viene prima e dopo. Perché, sempre disgraziatamente, qualcuno tocca il tasto reset, la memoria si perde e le elezioni vanno come sono sempre andate.

Da Palermo è una cipolla
di Roberto Alajmo

Nessun commento:

Shinystat

Powered By Blogger