"Io anelo alla mia terra, nella cui polvere si sono consunte le membra e le ossa dei miei. Ricordo la Sicilia, e il ricordo viene dal dolore che mi travaglia. Ma se fui bandito da un paradiso come posso io darne informazioni"

giovedì 27 novembre 2008

Mò arrivo...

E poi dicevano che costava tanto riscattare la laurea. Che vuoi che sia aggiungere quei 300 euro (almeno) al mese per diec'anni....adesso che hai appena cominciato a lavorare...
Dal Corriere.it:

Su, in fila....arriva la social card

Si cercheranno le file meno affollate, o si andrà a fare la spesa quando si sa il supermercato vuoto, per non mostrare a troppi questo residuo anteguerra della carta sociale. Un'umiliazione di cui si farebbe a meno volentieri, se solo venissero create misure più concrete. Quarant'euro al mese e almeno il pane c'è per tutti, almeno se guadagni meno di seimila euro annui.
Con seimilaesseicento (il corrispondente della pensione minima mensile di 551 €) invece ci stai bello largo e t'aiuti da solo.
E ti perdi anche quella grafica lì da bel memorandum elettorale.

mercoledì 26 novembre 2008

Rulli di tamburo per Rancas

Avevo comprato questo libro sotto suo consiglio, preso dai suoi racconti sul Perù.
Il libro epico del Peru, le cui frasi e i suoi racconti sono ripetuti a memoria da quelle parti, quasi fosse un testo sacro e magico.
La lotta dei comuneros contro la grande multinazionale mangia terra per via del Recinto, vero protagonista del racconto, e tanti personaggi molto reali eppure cosi magici. Cosi come in tanta letteratura sudamericana.
Non potrò che continuare a leggere gli altri quattro libri che compongono questa "pentalogia", adesso, per conoscere la storia, e la realtà, per intero.

Spinning

Avrei dovuto leggere l'oroscopo questa settimana. Per scoprire se erano previsti tutti i contrasti sorti questa settimana.
A questo si sono aggiunti pensieri che mi stanno offuscando un pò e che sto cercando di dipanare.
Fortuna che alla fine un posto alla lezione di spinning si è liberato, e con essa la mia mente per un paio di ore.
Ancora adesso, sarà la stanchezza.

martedì 25 novembre 2008

Qualità e semplicità

Mi è piaciuta questa parte dell'articolo dedicato a Giovanni Allevi oggi sul corriere:

"Allevi viene accompagnato a visitare la Basilica dove è conservato l'affresco di Giotto che raffigura Francesco in udienza dal Papa per presentare il nuovo ordine. Il Custode racconta lo scetticismo con il quale venne accolto: «Vede Allevi — dice —, quando il nuovo avanza, fa sempre paura, soprattutto se è nella forma della semplicità, da tutti riconoscibile»"
Si riallaccia a qualcosa su cui avevo riflettuto, qualche giorno fa, a proposito dello snobismo. Non occorre mostrarsi complicati, occorre farsi comprendere.

lunedì 24 novembre 2008

Le due categorie

In vena di semplificazioni oserei dividere il genere umano in due categorie.
Esistono coloro che consapevoli dei propri difetti cercano di migliorarsi e di superare le proprie debolezze, e coloro che invece pur essendone ugualmente consapevoli se ne compiacciono e ne fanno una ragione di vita.
Una vita senz'altro più semplice. Coloro che, per dire, manifestano un carattere sgorbutico non verranno mai importunati o giudicati per un comportamento spiacevole. Di loro, si sa, hanno un brutto carattere, e su questo non ci si può far nulla.
Stranamente coloro i quali cercano di trovare equilibrio, e mostrarsi disponibili, dovranno avere l'obbligo essenziale di dimostrarsi tali in ogni occasione, senza alcun cedimento. Non è ammesso per essi sbaglio alcuno.
Per dire, di un politico riconosciuto pubblicamente come bislacco e corrotto non verrà messa in rilievo la piccola sbavatura, ed altre doti verranno esaltate.
Piuttosto del povero medico che opera in zone di guerra, o del parrocco di periferia che si da un gran da fare, si cercherà sempre un qualcosa, anche piccola, che possa macchiare il suo essere.
Forse lo si fa per avvicinare chi è meglio di noi alla nostra mediocrità?
Il problema in definitiva, al cui vorrei trovar risposta oggi è, quindi, comprendere chi vive meglio, e quale risulta la tattica vincente per scalare la montagna della propria soddisfazione personale, chimera che tutti osiamo voler raggiungere?

(In)sicurezza diffusa

Cosi ieri Michele Serra su Repubblica:

Ci sono cose che già si sanno, o perlomeno si intuiscono. Ma vederle nero su bianco, confermate e dimostrate, lascia ugualmente di stucco. Ieri questo giornale ha dato giustamente largo spazio a uno studio realizzato (testo completo della ricerca) dall´istituto Demos in collaborazione con l´Osservatorio di Pavia. Lo studio dice questo: la paura del crimine, che tanta parte ha avuto nell´ultimo esito elettorale, non si fonda su dati reali. I crimini sono in calo. In aumento esponenziale, invece, è stata la quantità di cronaca nera diffusa dalla televisione: i telegiornali Mediaset al primo posto, il Tg3 il meno zelante in questo mercato dello spavento. L´overdose di notizie ansiogene riguarda l´intero 2007 e il primo semestre del 2008. Negli ultimi mesi (dopo le elezioni) la cronaca nera nei telegiornali è drasticamente scemata.
Lo studio aggiunge, ed è quasi pleonastico, che paura e insicurezza sono sentimenti direttamente proporzionali al numero di ore che si trascorrono davanti alla televisione. Chi ne vede molta è spaventatissimo. Chi ne vede poca lo è assai meno, probabilmente anche perché esce più spesso di casa e ha dunque modo di farsi un´idea reale, empirica e personale, di quello che accade. Che la paura fosse un´arma politica già lo si sapeva. Che la sua diffusione fosse così sapientemente pilotata lo si poteva solo sospettare. Ora è una certezza.

Che risveglio!

Non mi aspettavo stamattina, guardando fuori dalla finestra, di trovare tutto quel bianco intorno.
E l'inverno è appena iniziato...

giovedì 20 novembre 2008

Rapporti a distanza

Domani avrò visite. Casa si riempirà di donne. Silvia verrà qui per il week end e poi verranno da queste due parti due delle mie più care amiche, Rosanna e MariaGrazia. E' il regalo più bello che possa ricevere da loro per la seconda volta quest'anno.
Quando si scappa via dalla propria città a troppe, tante cose, occorre rinunciare inevitabilmente. La distanza però funziona da filtro, da larga maglia che lascia passare solo chi decide di oltrepassare la tessitura costruita.
Consente di guardare la città, i rapporti, le amicizie, per quelle che sono veramente. Arrivano qui soltanto alcuni raggi. Il resto rimane li, dove l'avevi lasciato. E sei contento di trovarlo quando arrivi li, con la consapevolezza di comprendere quello che è realmente.
In questi due anni tante cose sono ormai cambiate anche li, ma tra le poche persone su cui so di poter contare so di trovare ancora loro.
Non è facile però preversare i rapporti quando non vivono della quotidianità, quando non si hanno i mezzi per cogliere le sfumature dell'umore o condividere esperienze.
Lo colgo spesso in alcune telefonate che lasciano trapelare una confidenza che non è ormai quella dei tempi migliori. Ma la loro sensibilità nel cogliere ciò che questo distacco è stato, ha rappresentato un buon rifugio in certi momenti. E lo sforzo in più che richiedono i chilometri vale la pena di essere colmato, per rafforzare certi rapporti.

Anno zero

Qualcuno dica a quel ragazzo li col maglioncino azzurro che neanche Jerry Calà lo usa più cosi. Intollerabile.

mercoledì 19 novembre 2008

Inspiegabili e vergognosi

Mi lascia senza parole questo video. Quanto meno si dovrebbero dare delle spiegazioni. Ma dove vogliono arrivare in questo modo? Poi si meravigliano che Di Pietro abbia tutto questo seguito.
L'unico a farci una bella figura è stato Piloso, uno dei migliori giornalisti perora in televisione.

martedì 18 novembre 2008

E se perdo tutto quanto?

Oggi pensavo a come fare se dovessi perdere quanto scritto fino ad oggi qui e che nel suo piccolo è diventato un diario di molti dei miei pensieri.
Poi per fortuna ho trovato un programma per fare il backup di tutto l'archivio del blog su questa piattaforma.
Si chiama blogger backup. Piuttosto semplice, basta inserire i dati dell'account e poi avviare. E se mai dovesse servire, è possibile anche il restore.
C'è qualcuno con la mia stessa ansia?

Ho voglia di leggere un Topolino

Fu cosi che fui invitato a questa cena.
Ristorante milanese, lunedi sera.
Non conoscevo nessuno, ed ero stato invitato da un ragazzo con cui avevo avuto uno scambio di mail in giornata e che si è dimostrato subito molto disponibile.
Sarebbe stata una cena tra un pò di milanesi del circolo. Ho pensato bene di andare, quanto meno un'occasione per conoscere un pò di gente nuova e con la quale condivido un pò di idee.
In effetti la serata non si è rivelata per niente male. Gente molto interessante e stimolante con cui difficilmente avrei avuto modo di entrare in contatto altrimenti.
Si è parlato dei progetti in corso, di quelli che avevano chiuso, e poi un pò di discussioni a campo libero. Una bella serata che spero si possa ripetere in fin dei conti.
Tornando a casa però non mi sentivo a mio agio. C'era qualcosa che non andava. In effetti poi ho capito. E ne avevamo parlato già con qualcuno durante la serata. Qualcosa che mi ha dato sempre sui nervi. L'atteggiamento elitario di molti della sinistra e notato in qualcuno ieri sera. L'arroccarsi sulle proprie conoscenze in maniera totalmente incosistente e fine a se stesso in cui ciò che importa non è chi ti ascolta ma cosa tu stai dicendo. Gratificante per chi si autocompiace di se stesso. E che ieri sera ha spento per esempio molte discussioni dividendo il tavolo.
Non mi piace perchè è un atteggiamento che non unisce, anzi allontana tutti coloro che vorrebbero prestare l'orecchio per interesse casuale ma che poi scappano via non comprendendo l'argomento di cui si parla.
E' l'atteggiamento che poi allontana, portando l'argomento più in alto, tanti dalla sinistra. E che dall'altra parte viene raccolto attraverso un linguaggio a volte fin troppo puerile (ma cercato e voluto) da chi adesso è al governo. Mica fessi.
Purtoppo è la semplicità della sintesi che non si riesce ad avere.

Appena arrivato a casa avevo solo voglia di andare a recuperare un vecchio numero di Topolino.

Outing

Negli ultimi tempi mi sono appassionato molto alla politica. Non so come si sia mossa questa cosa in me, ma penso che se dovessi guardare indietro alla mia formazione molto è dovuto allo scoutismo.
Dopo aver incitato ed essere stato incitato "a lasciare il mondo migliore di come l'abbiamo trovato", attraverso vari percorsi sono arrivato alla conclusione che tante cose possono rendere migliore il posto in cui viviamo, ma ciò che deve muoversi a capo deve essere sempre la politica.
La politica, quella fatta bene, quella che probabilmente non esiste, penso sia la forma più alta di servizio verso il prossimo che si possa trovare. Si parla per idealismo e non per realismo, naturalmente.
E nonostante tutto credo che un pò di disilluso idealismo faccia comunque bene. E piuttosto che accettare tutto ciò che dall'alto viene calato sono dell'idea che sviluppare uno spirito critico, una coscienza politica, sia alla base dell'essere un buon cittadino.
Detto questo, mi sono sempre tenuto alla larga da partiti e partitini, visti sempre come qualcosa di poco interessante a cui è difficile aver accesso, quanto meno per poter discutere e dibattere temi, senza rimanere invischiato in inutili reti.
Tutto questo comunque per raccontare come, sulla base dei idee che ho maturato in questi anni ho cominciato a frequentare un circolo online perchè mi sono trovato a condividere molti dei loro punti di vista e perchè ho visto crescere all'interno un bel dibattito. In realtà è un gruppo che esiste già da un pò di anni e molto delle loro idee sono passate, per la loro forza. Anche se ancora , troppo spesso, vengono trattati da chi siede ai piani alti come quei bambini che vengono lasciati giocare alla politica. In realtà sono le poche idee che possono dare una scossa a questo paese senza speranza. Facendo proposte e non solo proteste.

sabato 15 novembre 2008

Amore non ne avremo


A proposito di Peppino Impastato, ho ascoltato alcune canzoni del cd "Amore non ne avremo", trasposizione in musica delle sue poesie, cantate da artisti Siciliani e non. Tra le perle, questa "Ricordo D'autunno", dei Gang, mi sembra stupenda e non riesco a togliermela dalla testa.

A cosa servono gli amici...

Sono riuscito finalmente a vedere ieri sera "Io non sono qui". Avevo provato già tempo fa e avevo abbandonato il campo. Tornato a casa accendendo la televisione ho visto che lo davano su Sky (ne ho approfittato visto che Peppe non c'era!) e sono rimasto incollato allo schermo. Sei storie intrecciarsi, sei personaggi incrociarsi per raccontare la storia di Bob Dylan, non sono semplici da assorbire. Ma alla fine mi è piaciuto, anche tanto, anche se mi ha pervaso di amarezza e un pò di melanconia.
Sarà che ero un pò stanco della giornata di ieri con un pò troppi casini burocratici da risolvere (maledette Poste Italiane!) o sarà che ero stanco di tornare a casa la sera e trovarmi solo.
Per non farmi mancare niente, in una botta di masochismo, ho visto alle 21 un documentario su Peppino Impastato su History Channel. Dovevo attendere le 22:30 per andare a prendere Nuccio e Peppe all'aeroporto, per cui pensavo potesse essere un buon riempitivo.
Non ha fatto che peggiorare il mio umore. Per quanto ormai abbia visto almeno una decina di volte il film, abbia letto libri, visto concerti, ascoltato canzoni, ogni volta ci sto male e sento crescere una rabbia dallo stomaco che non riesco a fermare.
Sarà retorica, sarà quello che volete, ma aver lasciato la mia terra è un vuoto che sento ancora incolmabile. E ancor più non poter far nulla da qui per contribuire, nel mio infinitesimo, al cambiamento.
Per fortuna, nonostante il ritardo di Alitalia, poi però sono uscito. E l'entusiasmo e i racconti delle loro due settimane in Inghilterra ha risollevato il mio umore.

venerdì 14 novembre 2008

Non metteteci bavagli

Sto leggendo del disegno di legge presentato dai nostri parlamentari per mettere il bavaglio ai blogger dimostrando una miopia senza eguali, una capacità di comprendere il mondo fuori dal comune.Il progetto di legge Levi-Prodi (sigh!) proposto la scorsa primavera è stato ripresentato con alcune modifiche che, in un certo senso, hanno migliorato il testo esistente lasciando ancora parti poco chiare. E' partita quindi la protesta e il dibattito che sta imperando su molti blog, soprattutto su come difendersi per evitare problemi simili a quelli avuti da Carlo Ruta. La situazione ancora non è cosi grave, come sottolineato anche in questo post, che invita all'approfondimento prima di aderire ad una protesta. Mi sembra quanto meno saggio in tempi come questi in cui con un clic si solidarizza con tutti con troppa facilità. Come ricordato nelle ultime righe del post citato, anche questi metodi non sono un gran esempio di autorevolezza.

giovedì 13 novembre 2008

Ci nascondiamo di notte

"Ci nascondiamo di notte
Per paura degli automobilisti
Degli inotipisti
Siamo i gatti neri
Siamo i pessimisti
Siamo i cattivi pensieri
E non abbiamo da mangiare
Com'è profondo il mare
Com'è profondo il mare"

Lucio Dalla
Leggevo i dati dell'indagine Istat pubblicata ieri e mi veniva in mente il testo di questa canzone. Siamo un popolo triste, di insoddisfatti, abbiamo paura delle nostre paure. Il lavoro non ci soddisfa, il cielo non ci soddisfa, il tempo libero non ci basta. Siamo li, chiusi nelle nostre case ad aspettare che il tempo torni sereno.
Ma a me sembra che non sia poi tutto cosi nero. Ci piace raccontarci cosi per compiacerci nei nostri difetti e non sentirci soli o invidiati. E soprattutto anche se siamo insoddisfatti realmente non abbiamo il coraggio di cambiare, di svoltare. Tanto meglio una delusione oggi che un insicurezza domani. E cosi, giorno dopo giorno, continuiamo a star male. Ma cambiare mai.
Si, è inutile, non c'è lavoro, non c'è decoro, ma mai una volta a chiederci cosa cavolo facciamo per cambiare il corso del destino segnato. O mai che siamo li a chiederci se stiamo sbagliando in qualcosa. Siamo fieri e cerchiamo di apparire fighi con nostro colletto alzato nonostante tutto.
Cavolo, interroghiamoci e cerchiamo di darlo una volta tanto. Non facciamo come gli autisti dei tram.

p.s. foto dalla chiesa di San Giorgio di San Mauro Castelverde. Luglio 2008

mercoledì 12 novembre 2008

A partire da.

A proposito del post dell'altro giorno, è stato pubblicato su questo blog e si è sviluppata una discussione. Cosi, per chi vuole aggiungere qualcosa.

La rete

Una delle poche cose carine trovate su facebook. La teoria dei grafi applicata alla mia rete di conoscenze.

martedì 11 novembre 2008

Appunti per una guida da farsi. Parma

Camminando per le strade di Parma si è come in un'atmosfera sospesa. Ogni stagione lascia scoprire nuovi aspetti e nuovi colori lungo i suoi parchi. D’inverno, quando la nebbia si alza leggera circondando il cammino, e il silenzio raccoglie i pochi passi delle vie del centro, ci si sente trascinati indietro nel tempo. Come d’Autunno quando i suoi viali sono cosparsi di foglie ingiallite ed il Parco Ducale si presenta di mille colori. Perché è nelle stagioni più fredde che più si manifesta il suo fascino.
Perché Parma è una signora elegante che ti conduce lungo le sue strade signorili, nei percorsi che si snodano dalla sua Piazza Garibaldi, per le stradine strette del centro storico e per fortuna poco trafficate lungo le quali capita cosi di sentire ancora il brulicare delle vecchie città d’una volta con le sue piccole botteghe, le drogherie e i caffè mescolarsi alle voci orientali o africane che negli ultimi decenni hanno costituito il principale flusso verso questa città.
Parma è una città che non si concede facilmente, va corteggiata, incontrata. L’università, luogo di fulcro per ragazzi provenienti da tutt’Italia, ne regala un aria più gioviale, e risulta cosi il luogo più vivace della città che risveglia dal torpore a cui questi luoghi sembrano dedicati. Regala quindi alla città stimoli e colori.
Le vie del centro sono luogo d'incontro per uomini in giacca e donne in tailler, per le casalinghe con borse della spesa caricate nei cestelli delle biciclette e di studenti in una pausa della lezione. Il prato della Pilotta in primavera diventerà il luogo prescelto per questi incontri.
E allora lasciarsi trascinare in questo ritmo strascicato è la miglior maniera per cogliere lo spirito vivo della provincia.
Le mostre e gli incontri molto spesso organizzate in un città culturalmente viva possono costituire un piacevole intermezzo alla visita.
Per conoscerla è quindi lasciarsi coinvolgere nei suoi ritmi sempre pacati, incontrarla in uno qualunque dei giorni della settimana in cui vi capiterà di visitarla saprà offrire un aspetto diverso e sempre accattivante.

Per un progetto che sta crescendo.

Urban legend. Zingari

Ci si crederà adesso?

"La Fondazione Migrantes, centro studi della Cei, si è rivolta all’Università di Verona e le ha commissionato una ricerca sui tentati rapimenti addebitati ai rom dal 1986 al 2007. L’esito è questo: «Non esiste alcun caso in cui viene commesso un rapimento. Nessun esito corrisponde a una sottrazione dell’infante effettivamente avvenuta e provata. Anche laddove si apre un processo, il fatto contestato viene sempre qualificato come delitto tentato e non commesso, le cui circostanze aprono a una complessa valutazione dell’esistenza o meno della volontà dolosa»."

(AGO PRESS) e su Repubblica.it

lunedì 10 novembre 2008

Quanto vale una vita?

Ci sono dati oggettivi e dati soggettivi su cui basarsi, sempre.
Un dato oggettivo mi capita sempre di vederlo sull'Internazionale, in un piccolo riquadro. Non conoscevo quei dati ed un certo effetto me lo danno sempre. Non esistono giudizi da dare, o parti da cui schierarsi. Non è quello il punto. Dovremmo ricordarceli però, questi dati.

Riporto quei dati.
Numero di morti dall'inizio della seconda intifada (28 Settembre 2000)
Palestinesi 5292
Israeliani 1082
Altre vittime 79
Totale 6454

Numero di vittime dall'inizio della guerra in Iraq (19 marzo 2003)
Iracheni 88851-96976
Soldati statunitensi 4190
Soldati di altre nazionalità 314

Dati aggiornati al 5 Novembre 2008.

domenica 9 novembre 2008

Perchè c'è bisogno di sognare

E' come se in questa settimana si fosse deciso di prendere il mondo è portarlo in una direzione, lontana mille miglia dall'egoismo e dalla paura che ha accompagnato le giornate della politica, e della vita sociale di tutti noi, vicina a quello che più sentivamo fosse giusto.
La maggior parte di noi non ha ascoltato neanche un discorso di Barack Hussein Obama ma è come se si fosse sparso per il mondo il seme della speranza. La speranza contrapposta alla paura. Paura del terrorismo certo, in origine, ma ben presto trasformata in paura dell'immigrato che incontravamo sull'autobus ogni mattina, dello zingaro che da sempre si mette all'angolo della chiesa a chiedere la sua di questua, e perfino del vicino di casa.
Vedete, non è irrilevante mettere l'accento sulla possibile speranza accesa. Non viviamo certo tempi facili, il mondo è pervaso da una forte crisi economica, noi probabilmente saremo la generazione che vedrà regredire quanto vissuto dai nostri genitori, e già lo stiamo vivendo ogni giorno cercando un lavoro più o meno gratificante.
Ma se la speranza è in grado di diffondersi perchè non crederci. Ogni uomo ha bisogno di sognare o, come diceva Danilo Dolci, ognuno cresce solo se sognato. Senza il sogno rimaniamo fermi, e la disillusione è in grado di estirpare quanto di entusiasmante possa esserci nella gioventù. La rassegnazione ci fa stare fermi ad aspettare solo che il tempo scorra. Il sogno piuttosto, ci fa alzare la mattina dal letto, è la prospettiva che vediamo all'orizzonte. Ci accarezza nel sonno, ci rende spesso insonni quando sembra che esso sia lontano. Ma senza di essi saremo morti, viscidi morti a due piedi dalla bara. Vittime della paura del fallimento.
Ma allora com'è che quest'uomo ha acceso tutto quest'entusiasmo? Saremo mica diventati tutti fessi a farci intortare da tante belle parole? Non siamo mica cosi noi, lo sappiamo che la vita può dar disillusione.
Eppure sono convinto che non siano le parole ma la storia a renderci fiduciosi, per una volta. Perchè per quanto possiamo essere negativi sulla situazione mondiale, ci si è presentata davanti una storia che ci mette faccia a faccia con il progresso. Guardiamo indietro e vediamo rivoluzioni, lotte per i diritti e poi di nuovo restaurazioni. Questo però è un passo di tango. Sono due passi avanti ed uno indietro in un andirivieni che non ci fa notare il movimento. Ma quando esso si presenta cosi bello è compiuto non possiamo che prenderne atto. Il mondo va avanti, e migliora nonostante tutto. Ricordiamocene quando diranno di non illuderci. O quando saremo noi pronti a pronunciare questa frase.

sabato 8 novembre 2008

Tutto molto bello

Sempre più spesso rimango sbalordito dalle opportunità che si aprono qui sulla rete. Inimmaginabili le relazioni che si aprono, le idee che girano e si condividono. I rapporti che si instaurano.
Bello. Bello. Bello.

venerdì 7 novembre 2008

Articoli su quel "negher" li

Gli articoli più interessanti letti sull'elezione di Obama li trovate nell'angolo degli elementi condivisi.
E basta parlare di Berlusconi e delle sue gaffe, non si scopre adesso la sua simpatia. E non ha mai spostato un voto in direzione contraria.
Pensiamo piuttosto a cosa abbiamo da imparare e da criticare veramente.

mercoledì 5 novembre 2008

So good

E cosi il gran giorno ha tradotto i proclami in fatti. Barack ce l'ha fatta. Per l'unica volta nella vita ho invidiato gli Americani e la loro democrazia, e ho invidiato a loro un presidente, adesso, in grado di accendere la speranza nel proprio popolo, in un modo che mai si era visto prima.
Tutti oramai salgono sul carro del vincitore, anche chi fino a qualche settimana fa lodava l'operato di Bush.
Non farò nessuna considerazione, ne ho sentite a non finire oggi, e non c'è quindi modo e motivo di aggiungere qualcos'altro.
Mi fa un pò paura questa visione da Messia data ad Obama, colui che risolverà la crisi economica, porterà la pace in MedioOriente, ricucirà i rapporti con Mosca, migliorerà la condizione dei poveri in Kenia, farà andare il Palermo in Champions League e via dicendo.
Verrà punito ed attaccato sicuramente al primo errore, e per questo mi è piaciuta la frase con cui ha salutato l'America. Senza la presunzione dell'uomo che tutto sa.
Sbaglierà sicuramente e per questo non mi piace questa mistificazione che sta avvenendo in queste ore. Niente illusioni quindi.

Dal discorso di Obama stanotte:
"Ci saranno battute d’arresto e false partenze. Ci saranno molti che non saranno d’accordo con ogni decisione o ogni politica che varerò da Presidente e già sappiamo che il governo non può risolvere ogni problema. Ma io sarò sempre onesto con voi in relazione alle sfide che dovremo affrontare. Vi darò ascolto, specialmente quando saremo in disaccordo. E soprattutto, vi chiedo di unirvi nell’opera di ricostruzione della nazione nell’unico modo con il quale lo si è fatto in America per duecentoventi anni, ovvero mattone dopo mattone, un pezzo alla volta, una mano callosa nella mano callosa altrui."

Attimi nel temporale

Ombra miagola dietro la porta. Fuori piove forte e ci sono fulmini.
Ha paura Ombra quando il cielo tuona.
La faccio entrare e incomincia a strofinarsi come al solito intorno ai miei pantaloni. Fa le fusa come sempre, e cerca carezze.
Mi segue in giro per la casa ovunque mi muova. Se sto tanto in una stanza si mette nel punto più caldo, ma non appena un fulmine illumina la stanza lei corre da me.
Ha paura e appena sono sul divano si appoggia sulle mie ginocchia e dopo qualche minuto è già che dorme.
Ogni tuono esce fuori gli artigli che infila nella mia tuta.

martedì 4 novembre 2008

Obliqui, oscuri. Sorridenti, ebeti

I giornalisti del tg3 sono dark.
Meglio dark che ....

La notte che aspettiamo

Sarà una lunga notte. Molte speranze verranno alimentate o bruciate da qui a domani mattina.
Ho preferito non parlarne fino ad oggi e non mi tradirò neanche ora, ma i toni troppo entusiastici mi portano ad essere scaramantico. "Non dire gatto se non l'hai nel sacco" diceva un profeta.
Comunque vada avremmo molto da imparare da questa campagna elettorale in Italia, dove le primarie fanno troppa paura per praticarle fino in fondo.
Su McCain e Obama non avrebbe puntato nessuno due anni fa.
Io seguirò finchè potrò stanotte ma preferirò essere sveglio domani di buon mattino, quando i primi risultati saranno chiari.
Per una volta preferirò ai sogni d'oro un risveglio splendente.

lunedì 3 novembre 2008

Verdenero

Se non fosse per la lettura le cinque ore di treno che da Milano mi conducono ad Udine diventerebbero interminabili. E' quanto mai facile entrare nei luoghi comuni, ed il treno in quanto esso lo rappresenta, ma non è come fare quelle tratte che portano verso il sud nelle quali trovi sempre pronto qualcuno con cui intraprendere una discussione, che ti rivela la sua vita, quella della sua famiglia, si sfoga e ti fa apprezzare l'arte sacra dell'incontro.
Su certe tratte ci si trova invece nel proprio posto quasi sempre in silenzio, e questo silenzio si rivela sempre proporzionale all'età del coinquilino di scompartimento, come se con l'età la diffidenza e la voglia di conoscere venisse soffocata dall'insipienza di certe rughe mal curate.
Venerdi ho terminato un bel libro ambientato a Palermo. Tre storie legate alle corse clandestine di cavalli che spesso hanno luogo per le strade della città. Tre storie molto diverse per tre diversi autori siciliani, Valentina Gebbia, Gery Palazzotto e Giacomo Cacciatore.
E' un libro che fa parte di una collana edita da una piccola casa editrice milanese, la Edizioni ambiente, conosciuta qualche settimana fa in un bel locale milanese. L'idea, semplice ma efficace, di questa casa editrice è quella di tradurre in racconto il rapporto 2007 di Legambiente sulle Ecomafie coinvolgendo i più grandi nomi del noir Italiano, da Lucarelli a Wu Ming e DeCataldo. Inquinamento chimico, smaltimento di rifiuti, incendi, abusivismo, traffico di animali. Ne viene fuori una mappa di un'Italia sconosciuta, troppo spesso taciuta per meschinità e convenienza e dietro le quali si nascondono grandi delitti di cui ne è vittima chi, per inganni del destino, si trova su quella stessa, cattiva, strada.
Buona lettura.

Sauris e la Carnia



L'ho già detto che mi sono innamorato del Friuli?

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